Luca Marino nasce a Varese 28 anni fa. Inizia a scrivere in inglese, per poi passare all’italiano. Seguito dal manager e concittadino Danny Virgillo, viene notato dalla Warner, che lo mette sotto contratto. Decide di partecipare alle selezioni per il Festival di Sanremo e viene ammesso nei 10 partecipanti della sezione della “Nuova generazione” con il brano “Non mi dai pace”, che verrà incluso nel disco di debutto „Con la giacca di mio Padre“. In passato Luca Marino ha anche suonato la batteria in una band heavy metal con cui ha aperto il concerto del famoso gruppo svizzero Gotthard.
Luca, di cosa parla il tuo nuovo album „Con la giacca di mio Padre“?
È un album composto da nove canzoni in cui il tema centrale è l’amore. I brani sono scritti da me e sono fortemente autobiografici. Il sound è pop rock acustico dal sapore anglosassone.
Quindi anche il brano che hai presentato a Sanremo è autobiografico?
Si. „Non mi dai pace“ nasce da un’emozione molto forte. Ho scritto questa canzone qualche mese fa e parla dell’amore per la mia donna. Esprime un amore non negativo, anche se poi ognuno può interpretarla a modo suo. È un brano acustico e melodico, arricchito con sonorità rock e folk.
Prima del Festival di Sanremo ti era già capitato di cantare davanti ad un pubblico così vasto?
No, diciamo che la televisione è qualcosa di troppo vasto da paragonare a quello che ho già fatto.
Che sensazione hai provato quando hai saputo che potevi partecipare a Sanremo?
L’ho saputo attraverso il sito della Rai e ho iniziato subito i festeggiamenti in casa. Ero molto emozionato e ovviamente contentissimo. Poi mi è venuta la paura del palcoscenico, ma è una tensione positiva che fa parte del mestiere.
Come nascono i tuoi testi?
Nascono da momenti di crisi e riflessione: sul tavolo di casa abbellito da un copritavolo con stampa di limoni e al bar.
Come ti definisci?
Astratto, concreto e ironico. Chi sono, se ne hai, quelli che puoi definire tuoi idoli… I Nirvana, i Beatles, i Queen e Lucio Battisti.
Con quale artista ti piacerebbe duettare?
Con Gianna Nannini. Ho scritto una canzone per lei e vorrei potermi esibire al suo fianco.
Hai avuto modo conoscere gli altri ragazzi delle „Nuova Generazione“?
Si, durante un servizio per la Rai. A pelle mi sono trovato bene con Romeus, Jacopo Ratini, Nicolas Bonazzi e La fame di Camilla.
Che cosa ne pensi dei talent show?Hai mai provato a partecipare?
No, non ho mai provato a partecipare. In questo caso ci sono diverse scuole di pensiero nel senso che non c’è una strada più giusta di un’altra, semplicemente uno sceglie cosa fare, io ho sempre preferito un discorso “on the road”, ossia direttamente esibizioni sul palco.
Dove ti vedi tra un anno?
Prima di tutto penso a sopravvivere a Sanremo e poi mi auguro di avere un grande cambiamento in positivo.