In questi giorni, sotto un cielo piovoso e coperto, si è tenuta la annuale “Cerimonia in ricordo dei Caduti Italiani di tutte le guerre”.
Patrocinata dal Cav. Lta. Fjg. Marco Ruggiero, Presidente della Associazione Nazionale Carabinieri Sezione di Lugano e dalla locale Rappresentanza Consolare italiana, purtroppo anche nel 2021 l’incontro ha dovuto scontare le limitazioni imposte dalla epidemia sanitaria.
L’evento ha quindi seguito un programma ridotto e rispettato gli obblighi di distanziamento che le attuali circostanze impongono ai partecipanti, raccoltisi davanti al monumento ai Caduti nel parco dell’Ospedale Italiano di Lugano.
Questo riporta la cronaca dei fatti.
Ma non ne riduce il loro valore storico, né il loro significato rievocativo per la agenda di noi contemporanei.
Gli italiani e gli svizzero-italiani che un tempo donarono la loro vita per la Patria, ora infatti si scoprono affratellati, per una inesorabile convergenza di eventi, ai caduti dei moderni conflitti, oggi trasformatisi da campali a sanitari.
Inevitabile, ricordiamolo, che il pensiero dei presenti si sia dunque rivolto con commozione sia agli scomparsi per cause armate, e sia, da un lato, a tutti coloro che nei mesi scorsi si sono trovati a soccombere per motivi di epidemia, ma anche agli incaricati che, con una solidarietà ed un coraggio che spesso ha travalicato remore professionali, civili ed amministrative, hanno subito o fronteggiato le conseguenze di un morbo invisibile, sconosciuto, inesorabile ed altrettanto letale quanto una guerra.
Ecco dunque che, in ossequio ai riti imposti dai corsi e ricorsi di vita e storia, la deposizione di una corona ai Caduti e gli Onori Militari e delle Autorità presenti hanno assunto il significato di una testimonianza verso tutti coloro che si adoperano perché il sacrificio degli scomparsi non si perda nella memoria di una società che, dopo molti e troppo lunghi mesi, attualmente non vede l’ora di dimenticare quanto ha dovuto subire.
di Andrea Grandi