Sibilla C. De Stefani è una giovane autrice che si affaccia al mondo della scrittura con un romanzo d’esordio, L’Ultima Innocente (Salvioni, 2016), più urlato che raccontato. Il suo è un romanzo intenso, forte, pieno di chiaroscuri proprio come la vita dei suoi protagonisti, Sarah e i suoi amici, fatta di estremi e di momenti disperati dove differenti realtà si incontrano, si intersecano, si scontrano. Storie che si imprimono fortemente nella mente del lettore che viene pienamente coinvolto dal susseguirsi di eventi concitati che danno voce a improbabili protagonisti
Dalla passione per la lingua italiana al primo romanzo d’esordio: raccontaci un po’ di te…
Sono nata a Lugano, nella Svizzera italiana, dove sono cresciuta fino alla maturità. Nel 2011 mi sono laureata in Storia e Letteratura Italiana a Ginevra e nel 2012 sono venuta a Zurigo per svolgere un dottorato di ricerca in Letteratura Italiana, dopo aver vinto un concorso per un posto di assistente incaricata all’insegnamento. Da allora vivo qui e insegno all’Università. L’italiano è la mia lingua madre, la mia cultura e il mondo da cui vengo. I libri sono stati principalmente la mia passione.
Quando ti sei scoperta scrittrice?
Scrivere è stata una passione che ho sempre coltivato. Avevo già scritto un primo romanzo, un banco di prova che non ho mai pubblicato perché non aveva i requisiti necessari per esserlo, ma è stato l’occasione per imparare tanto: come si racconta una storia, come si costruiscono i personaggi e come si fa a farli funzionare. Poi mi sono dedicata a “L’ultima innocente” che è stato scritto soprattutto a Zurigo, prevalentemente di notte.
Perché “L’ultima innocente”?
Inizialmente aveva un altro titolo, “Il paradiso negli occhi”, ma il mio editore non era d’accordo e alla fine ho scelto “L’ultima innocente”. Il tema dell’innocenza e della colpa è uno degli argomenti centrali del libro anche se non in maniera chiara: non si può ben dire chi è colpevole e chi è innocente, anzi, spesso queste due caratteristiche si sovrappongono. Questo vale un po’ per tutti i personaggi tranne uno, come suggerisce il titolo, ma non posso rivelare troppo…
Insieme a quella di Sarah, che è la protagonista principale, il tuo romanzo si arricchisce di diverse storie complesse e intense
È vero che attorno alla protagonista assoluta ce ne sono tanti altri che sono indispensabili. Ciò è legato a come nasce l’idea di questa storia: creare un incontro-scontro tra quattro storie, quattro famiglie diverse, quattro esperienze di vita e quattro provenienze socio culturali diverse, che si scontrano generando una deflagrazione.
Una cosa che accomuna i protagonisti del romanzo è il rapporto conflittuale con il padre che in alcuni casi arriva a momenti forti…
Più che di padri e figli parlerei in generale di genitori e figli, ma è vero che il rapporto con i padri è spesso più difficile, conflittuale, e ha anche una dimensione di violenza psicologica e fisica, come nel caso di Sarah. Volevo che il romanzo parlasse anche di questo tipo di realtà che esiste all’interno di tutte le classi sociali e di cui, però, non si parla mai. E volevo anche che uno degli intenti del libro fosse quello di dare voce a quelli che vengono chiamati gli ultimi, i reietti, quelli di cui non si sente mai parlare. Sarah è un’invisibile che non importa a nessuno: volevo rendere protagonista l’invisibilità, almeno per una volta.
Nel tuo scritto l’età adolescenziale è quella prevalentemente indagata, cosa ti affascina di questo momento della vita?
È un’età che mi è tanto cara, quella di tutte le potenzialità, dei diamanti grezzi. Gli adolescenti hanno le caratteristiche individuali per diventare adulti ma non le hanno ancora sviluppate. In qualche modo sono ancora innocenti ma già toccano delle zone d’ombra che fanno parte di un qualunque essere umano. Sono estremi in tutto: nelle opinioni, nel modo di vestire, di reagire…
Cosa ne pensi di questo tuo romanzo d’esordio?
Credo che per un romanzo d’esordio, e per come è nato, sia un’opera dignitosa ma non un capolavoro. Spero che mi aiuti a mettere un piede nel mondo della scrittura in maniera più professionale. Vorrei poter vivere di sola scrittura. Sto già scrivendo il secondo, sarà un’altra storia. In parte le tematiche di fondo ritornano ma spero di riuscire a mettere un po’ più di “luce”.
Eveline Bentivegna
Sibilla C. De Stefani presenterà il suo libro al pubblico di Zurigo il prossimo 5 maggio, nel corso di un incontro-dibattito in cui si confronterà con la scrittrice affermata Michela Murgia nell’ambito della consueta «Italienische Lesungsreihe»organizzata dal Kaufleuten di Zurigo.