Il dieci dicembre scorso, Giornata internazionale dei diritti dell’uomo, nel centro storico di Zurigo si sono radunate circa 300 persone desiderose di far sentire la loro voce contro la violenza nei confronti delle ragazze. Con il sostegno dell’Unicef e di volti noti della cultura e della politica, hanno formato una catena umana che, attraversato il Münsterbrücke, ha costeggiato la Limmat. Un forte segnale di solidarietà per le vittime della violenza. L’Unicef ha voluto concludere la sua iniziativa «16 giorni contro la violenza nei confronti delle donne» invitando i cittadini ad unirsi alla catena umana per esprimere la loro solidarietà alle vittime. «Sono qui perché troppo spesso quando si tratta di violenza guardiamo dall’altra parte», ha spiegato Anatole Taubman, attore e portavoce dell’Unicef per i bambini vulnerabili. «Ho tre figlie, e mi fa rabbia e tristezza vedere la sofferenza che le ragazze devono sopportare nel mondo. Guai distogliere lo sguardo, dobbiamo agire!» Alla catena umana hanno partecipato anche la Municipale zurighese Claudia Nielsen, la Granconsigliera Gabi Petri, rappresentanti della Federazione zurighese delle associazioni femminili e di diversi partiti. «Questa catena è un fortissimo segnale di solidarietà», ha affermato Elsbeth Müller, Direttrice generale dell’Unicef Svizzera. «Speriamo che questa iniziativa motivi le persone ad impegnarsi insieme all’Unicef per proteggere le ragazze di tutto il mondo dalla violenza, dalla negligenza, dai matrimoni imposti e da qualsiasi altro abuso fisico e psichico.». La catena umana è al contempo un messaggio e un invito alla Rappresentante speciale dell’ONU per la violenza contro i bambini Marta Santos Pais, affinché faccia tutto il possibile per garantire la protezione delle ragazze.
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