Nel mondo ne soffrono circa 5 milioni di persone, prevalentemente donne
Si è celebrata il 10 maggio la quindicesima giornata mondiale del Lupus, malattia cronica autoimmune, su cui ha accesso i riflettori nel 2016 Selena Gomez, la cantante e attrice statunitense a cui è stata diagnosticata e che a causa dei disturbi ha dovuto sottoporsi ad un trapianto di rene. Lo slogan scelto quest’anno è stato ‘Lupus Knows No Boundaries’, il Lupus non conosce confini, per sottolineare come questa malattia può colpire qualsiasi parte del corpo in qualsiasi momento, spesso con risultati imprevedibili e conseguenze che possono cambiare, anche drasticamente, la vita.
A soffrire di questa patologia invalidante ancora poco conosciuta, per cui al momento non esistono cure farmacologiche risolutive, sono più di 5 milioni di persone nel mondo, 60 mila in Italia, con una prevalenza assoluta tra le donne giovani. Ma di cosa si tratta? Il lupus è una malattia multifattoriale e multiorgano, che interessa infatti più organi e sistemi come la pelle, le articolazioni, i reni, il sangue e i tessuti connettivi, ed è cronica, in quanto i suoi sintomi durano tutta la vita. La causa non è ad oggi del tutto chiara e, dati i numerosi organi interessati dalla malattia, i sintomi con cui si manifesta sono ampiamente variabili: tra di essi possiamo infatti annoverare dolori muscolari e articolari, febbre, perdita di capelli, sensibilità al sole, gonfiore a gambe e attorno agli occhi, ulcere in bocca, linfonodi ingrossati e stanchezza cronica.
Altre manifestazioni sono quelle muco-cutanee, gli eritemi, in particolare sulle gote, sugli zigomi e intorno al naso o nella zona del decolté. Spesso però la malattia colpisce gli organi interni (reni, cuore, sistema nervoso centrale o periferico) con una serie di patologie molto ampie e pericolose, come le malattie ischemiche, ad esempio l’ictus, oppure patologie che simulano disturbi neurologici molto gravi come la sclerosi multipla. La malattia può insorgere all’improvviso: a volte può andare avanti nel tempo senza che né il paziente né il medico se ne accorgano e spesso si manifesta nei periodi di maggiore stress, ma è bene precisare che la causa della malattia non è certo l’evento stressante o traumatico in sé, come spiegano gli esperti. Tra i principali fattori ci sono quelli genetici: avere un genitore affetto da lupus aumenta il rischio dell’insorgenza della malattia.
Altri fattori importanti sono quelli ambientali, in particolare l’esposizione ai raggi solari ultravioletti. Un altro fattore di rischio è quello ormonale, in particolare il bilanciamento degli ormoni femminili, degli estrogeni e del progesterone. Ciò spiega la maggiore incidenza della malattia nella popolazione femminile: a soffrirne sono per lo più le donne dall’adolescenza alla menopausa. Anche la diagnosi è complicata, in quanto non esistono al momento esami strumentali, radiologici o di laboratorio in grado di diagnosticare il lupus: solo un’attenta analisi del singolo caso da parte di un esperto che si occupa di questo tipo di disturbo può portare ad una diagnosi corretta e ad una terapia su misura, anche se, ad oggi, non esiste una cura definitiva; solo attraverso i farmaci e uno stile di vita attento è in genere possibile raggiungere e mantenere una soddisfacente qualità di vita.