Se dovesse scegliere tra l’applicazione di contingenti per limitare la manodopera straniera e il mantenimento degli accordi bilaterali, una netta maggioranza degli svizzeri – il 68,9% – sceglierebbe la seconda opzione e solo il 26,2% la prima
I ticinesi si esprimerebbero tuttavia in senso diametralmente opposto: il 64,1% sceglierebbe i contingenti e solo il 30% il mantenimento dei bilaterali. È quanto indica un sondaggio realizzato dall’istituto M.I.S. Trend di Losanna per conto del settimanale romando “L’Hebdo”. Alla domanda se il Consiglio federale riuscirà a salvare capra e cavoli, ossia a trovare una soluzione per applicare il contingentamento mantenendo gli accordi bilaterali, il 53,5% risponde “forse”. A dire “sì, certamente” è solo il 22,7%, mentre il 15,1% è di parere opposto e il resto non sa. Anche qui i ticinesi sono i più scettici: solo il 19,9% degli interpellati è convinto della buona riuscita del governo nella ricerca di una soluzione – contro il 31,4 dei romandi e il 20,2 degli svizzerotedeschi – mentre il 19,1% pensa il contrario e il 46,7% dice “forse”.
Se gli accordi bilaterali dovessero cadere, il 75,3% degli interpellati preferirebbe “il ritorno alla preistoria” secondo l’espressione dell'”Hebdo”, ossia all’accordo di libero scambio del 1972, mentre solo il 17,3% sceglierebbe la seconda opzione proposta dai sondaggisti, ossia l’adesione all’Unione europea. Anche qui i ticinesi si distinguono abbastanza nettamente da romandi e svizzerotedeschi, tanto da far riesumare all'”Hebdo” l’espressione “Polentagraben”: in entrambe le regioni linguistiche i favorevoli all’adesione sono poco sotto il 18%, mentre a sud delle Alpi la proporzione di eurofili crolla al 6,6%, mentre è un vero e proprio plebiscito pro-trattato del ’72 (82,8%).
Il sondaggio è stato realizzato tra il 21 novembre e il 3 dicembre interrogando 1349 cittadini svizzeri sopra i 18 anni nelle tre principali regioni linguistiche. Fra questi i romandi sono tuttavia ben 668, contro soli 470 svizzerotedeschi e 211 ticinesi. Il margine di errore è stato valutato al +/-2,7% per i romandi, al 4,5% per gli svizzerotedeschi e al 6,8% per i ticinesi, mentre manca nella scheda tecnica fornita dal settimanale il margine d’errore sul totale.
ATS