Si spegne ad 86 anni Marco Pannella, l’uomo “mai legato al potere” che ha fatto delle battaglie civili il suo scopo di vita fino alla fine
Storico leader radicale, Marco Pannella ha abbandonato le armi, non per suo volere, ed ha smesso di lottare. Una vita di lotte per i diritti civili, per quelli politici, per le ideologie, quella di Pannella che non ha mai smesso di dedicarsi a ciò che credeva.
Negli ultimi mesi aveva subito un grave peggioramento della salute che lo aveva costretto a ritirarsi nella sua casa di via della Panetteria, per poi essere ricoverato la settimana scorsa nella clinica Nostra Signora della Mercede dove muore il 19 maggio, assistito dai ‘vecchi compagni’ di un tempo. Impossibile non parlare di Marco Pannella come uno degli uomini meno convenzionali e nello stesso tempo più influenti di un’epoca. Le sue battaglie, pacifiste e silenziose hanno fatto storia: da quella per il divorzio a quella per la legalizzazione delle droghe leggere, da quella per il miglioramento delle condizioni dei detenuti a quella contro la fame del mondo e contro la pena di morte. È stato l’uomo che ha fatto dello sciopero della fame e della sete un’arma vincente, determinata e potente senza alcuna violenza.Famosa l’immagine che lo vede imbavagliato durante la Tribuna Referendum della Rai per una protesta silenziosa insieme ai radicali Mellini, Bonino e Spadaccia.
Non convenzionale nelle lotte politiche e civile, ma anche nella vita privata: “Sono legato da 40 anni alla mia compagna Mirella, ma ho avuto tre o quattro uomini che ho amato molto. E con lei non c’è stata mai nessuna gelosia” ha raccontato Pannella. È vero che non ha mai avuto nessun figlio dalla moglie, ma forse più d’uno, come lui stesso ammette, sparsi in giro per l’Italia, frutto dei suoi amori giovanili. “Mancherà a tutti, penso persino ai suoi avversari. Molto amato ma poco riconosciuto nei suoi meriti in questo paese che tanto gli deve”, ha detto a Radio Radicale l’ex ministro degli Esteri Emma Bonino, sua affiatata compagna di lotte. “Credo che ora molti dovrebbero riflettere, ora che non è più in vita, sui suoi meriti e la sua presenza nella storia di questo Paese”.
Tra i primi messaggi rivolti a Pannella, anche quello del capo dello Stato, Sergio Mattarella: “Ho avuto modo di parlare più volte negli ultimi tempi con lui, anche in questi giorni di sofferenza. Non ha mai smesso di pensare al domani, un domani migliore per il nostro paese. Protagonista della politica italiana, senza mai essere legato al potere, ha combattuto battaglie di grande importanza, particolarmente nel campo dei diritti. Ha rappresentato con passione tanti cittadini, riuscendo non di rado a trasformare una condizione di minoranza nell’avvio di processi di cambiamento”.
Come tanti altri sono stati i messaggi da parte di politici e personalità influenti, durante l’ultimo saluto al leader dei radicali: dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a Francesco Rutelli, dall’ex titolare della Farnesina, Giulio Terzi, ad Aurelio Mancuso, tutti presenti durate l’ultimo saluto nella sede principale dei Radicali insieme ad un flusso continuo di centinaia e centinaia di vecchi amici, gente comune, giovani militanti e nella camera ardente allestita al comune di Teramo. Ancora centinaia le persone che lo scorso 21 maggio hanno accolto il feretro di Marco Pannella in Piazza Navona dove era stato allestito palco al centro della piazza sul quale è stato posto il feretro del leader radicale, circondato dagli amici di una vita che lo hanno ricordato tramite la proiezione di un video che ha ripercorso le tappe della lunghissima storia di battaglie civili del leader radicale e infine un lunghissimo applauso ha accompagnato la tumulazione del leader dei Radicali Marco Pannella al cimitero di Cartecchio di Teramo. Sulla bara è stato posizionato un drappo bianco, la bandiera del Tibet e un pacchetto di Toscanelli.
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foto: Ansa