L’Italia ha mancato l’ultima chance per accedere alla Final Four di Nations League. Non è un dramma, come l’eliminazione dal Mondiale esattamente un anno fa, e Mancini segue il suo primo obiettivo, la qualificazione all’Europeo 2020, al via a marzo 2019. La prima edizione della Nations League è servita al c.t. Mancini a rinnovare l’Italia, i risultati erano in secondo piano, anche se un pensierino alla fase finale la Nazionale lo ha fatto. Lo 0-0 di San Siro ha promosso il Portogallo, che sarà il paese organizzatore, mentre l’Italia si consola con la permanenza in League A. La rifondazione è a buon punto anche se il grande cambiamento è ancora sospeso a metà. Il principale problema irrisolto è quello del gol. L’Italia di Mancini ha ritrovato un’identità sempre più definita con un gioco che predilige il possesso. Il centrocampo di palleggiatori funziona bene. Convince Barella, molta corsa e doti di incursore, che sta conquistando la fiducia del c.t. Molto positivo Verratti mente delle trame offensive e ispiratore della manovra offensiva. Bene anche Jorginho giocatore d’ordine e anello di congiunzione tra i reparti. La funzionalità del centrocampo ispira gli altri reparti, con qualche carenza sulla fascia destra dove Florenzi e Chiesa hanno avuto difficoltà a sviluppare gioco in profondità. Una sicurezza è anche la difesa che tiene inviolata la porta per due gare di seguito e incoraggia anche la prestazione di Donnarumma, un altro portiere rispetto al Milan. La prestazione a Milano è da applaudire. Almeno per un’ora gli azzurri hanno giocato a ritmi alti e molto sicuri nel palleggio, contro un Portogallo peraltro molto rinunciatario. Non c’è niente da eccepire sull’aspetto della personalità e dello spirito. L’Italia ha creato quattro occasioni e ha avuto la colpa di non concretizzarne neanche una e questa fatica a segnare impedisce all’Italia di fare il salto di qualità da dimensione internazionale. Immobile non è l’attaccante incisivo della Lazio e anche Insigne manca l’appuntamento con il gol azzurro. I numeri confermano la difficoltà di segnare: 7 reti segnate in 8 gare nella gestione Mancini. Manca il centravanti puro? Per Mancini è “un problemino”, ma alla carenza di gol non ha trovato ancora la soluzione adatta. L’alternanza tra modulo con il centravanti classico e il tridente di movimento sono per Mancini due vie da seguire, forse adeguando la tattica attendismo-lotta-contropiede alla prima variante. Un altro problema dovrebbe preoccupare il c.t.: la tenuta fisica. L’Italia è calata fisicamente dopo 60 minuti a ritmi alti permettendo al Portogallo di prendere in mano le redini del gioco negli ultimi 20 minuti, giocati dagli azzurri più con il cuore che con la testa. La Nations League, torneo dove raramente si è notata la differenza tra gara ufficiale e amichevole, indica a Mancini una certa tranquillità per il futuro. Il c.t. proseguirà sul focalizzare il lavoro più sulla crescita immediata che sul risultato, anche se le vittorie potrebbero accelerare i progressi. Per ottenerle, Mancini dovrà dare al gruppo quella spinta necessaria per acquisire una mentalità vincente, parallelamente alla crescita e maturità dei giovani che Mancini sta cercando nel calcio italiano, Zaniolo e Tonali gli ultimi convocati. Nella amichevole di ieri contro gli Stati Uniti a Genk ha dato spazio alle promesse del calcio italiano in combinazione con nuovi esperimenti. Il bicchiere azzurro è mezzo pieno e Mancini è ottimista sul futuro azzurro, anche se “la strada è ancora lunga”. Magari saprà anticipare i tempi per la felicità degli italiani che a San Siro hanno dimostrato di amare la Nazionale.
G.S.
foto: Ansa