Secondo il professor Luigi Fontana, professore di medicina alla Louis Washington Univerity di St. Louis (Usa) il segreto della longevità e della salute sta nella “restrizione calorica”
Giornali e televisioni non fanno che parlare di pietanze e di diete, abbinandole sia al movimento che al tipo di alimenti. Due settimane fa abbiamo parlato del rapporto tra alimentazione, longevità e salute, facendo la recensione di un libro scritto a quattro mani da Umberto Veronesi e Mario Pappagallo (“Verso la scelta vegetariana”, Giunti, pp.288). Il tema centrale del libro è che per rimanere sani e vivere a lungo bisogna evitare fritti e grassi animali, evitare la carne, specialmente quella rossa, o mangiarne al massimo 250 grammi a settimana (se proprio non se ne può fare a meno) e preferire alimenti ricchi di omega 3 e 6.
Adesso riprendiamo l’argomento riportando un’opinione interessante, quella di Luigi Fontana, professore di medicina alla Washington University di St. Louis (Usa) e di Salerno, che approfondisce lo stesso tema (rapporto longevità-salute) ma con un taglio diverso. La domanda che si pone il professor Fontana è la seguente: è possibile vivere una lunga vita senza ammalarsi? Ebbene, la risposta è sì, si può vivere a lungo senza ammalarsi. In che modo? La risposta è semplice: con la restrizione calorica. Dice il professor Fontana: “La restrizione calorica – che non vuol dure malnutrizione! – è l’intervento più potente per allungare la durata della vita. Ci sono dati schiaccianti, almeno nei modelli sperimentali”. In sostanza, gli scienziati hanno messo in evidenza che se a un topo di laboratorio si riduce l’introito calorico del 30-40%, l’animale vive fino al 50% in più. Gli animaletti sui cui si sono fatti gli esperimenti hanno evidenziato che non soltanto con la restrizione calorica vivono più a lungo, ma soprattutto vivono più sani, cioè hanno fatto registrare anche una riduzione di tutte quelle patologie (diabete, malattie cardiovascolari, tumori) che normalmente insorgono ad una certa età.
Il primo punto fermo, dunque, è che se si assumono meno calorie, ciò significa allungamento della vita. Chi è frugale, vive più a lungo, chi si abbuffa, vive di meno. Ma c’è un secondo fattore che è molto importante, ed è l’aspetto sia biologico che economico-sociale. L’Italia è il Paese con una durata della vita media di una persona molto elevata. Condivide questo primato con il Giappone. Le persone che con oltre i 65 anni sono il 21%. Tra dieci anni gli ultrasessantacinquenni toccano il 33%. L’80% di questi ultrasessantacinquenni ha una malattia cronica e il 50% ne ha due o anche più (disturbi cardiovascolari, tumori, diabete, demenza). Se si pensa che l’8% del Pil viene speso per la sanità, si comprende come la spesa diventerà presto insostenibile. Così non potrà andare a lungo. Ecco il parere del professor Fontana: “Si può uscire da questa situazione ridisegnando le politiche sanitarie in modo che si arrivi a 70 anni in buona salute, visto che si dovrà lavorare almeno fino a quell’età. Oggi il sistema è curativo: si va dal medico quando si sta male. Ma così non può più funzionare. Se ne deve affiancare un altro – di tipo preventivo – in cui s’insegnino comportamenti alimentari e stili di vita sani e corretti. Bisogna creare strutture dedicate in cui imparare come e cosa fare: ci vuole una nuova concezione della medicina”.
Vediamo adesso nei dettagli cosa e come fare: “Nel mangiare cibi ricchi di nutrienti, ma poveri di calorie vuote: si dovrebbe adottare una dieta mediterranea, ma un po’ più sofisticata, in cui a piccole dosi di latticini e carne magra si affiancano grandi varietà di verdure e frutta, eliminando i dolciumi e aggiungendo pesce, cereali integrali, legumi, noci e semi”.
Le persone che seguono questa dieta e che fanno movimento, mostrano di avere una forma invidiabile. A 70-80 anni hanno la pressione sanguigna di un giovanotto, mentre adesso il 50% degli italiani sopra i 50 anni ha già una preipertensione e il 50% è iperteso. Insomma, la restrizione calorica deve cominciare in giovane età, solo allora i risultati sono certi, con un rischio d’infarto del miocardio e di ictus uguale a zero (o quasi). Con una dieta simile anche il rischio del cancro diventa molto basso. Il fatto è che, dice il professor Fontana, “si deve ridisegnare il sistema sanitario e universitario, secondo un approccio multidisciplinare, i cui la missione sarà quella di sviluppare ricerche e iniziative legate alla promozione della salute dell’individuo e della tutela dell’ambiente, oltre che dello sviluppo ecosostenibile”.
La salute è un enorme mercato e un affare gigantesco, ma solo puntando sulla prevenzione si arriverà ad un progresso che vale la pena di sostenere.