La morte di Diego Armando Maradona ci ha fatto dimenticare per un momento la pandemia che stiamo attraversando, soprattutto in Argentina e in Campania, paese di nascita e paese di adozione del campione del pallone. L’intero mondo del calcio, ma non solo, è stato in lutto: in televisione, nelle trasmissioni radio, sui giornali e sulla rete si sono alternati tributi e ricordi commemorativi per il Pibe de Oro. Tutti hanno legittimato questa commozione esasperata, tutti hanno compreso il bisogno comune di salutare e ringraziare Maradona per il bel calcio regalato a tifosi, amatori e simpatizzanti: dopotutto lo spettacolo dell’incontrastato numero 10 del Napoli è innegabile. Perfino l’irruente De Luca, che una volta minacciava coi lanciafiamme chiunque avesse contravvenuto alle regole anticovid, non solo non ha badato agli assembramenti incontrollati, ma si è lasciato andare in un post commosso e ricco di riconoscenza per il compianto calciatore.
Ad un certo punto, fra tutte, si distingue la voce di Laura Pausini, cantante italiana di fama mondiale, apprezzata e osannata in tutto il mondo per le sue doti canore di indubbia qualità. Laura Pausini questa volta “esce fuori dal coro” e lo fa per una giusta causa. Il campione ha la sfortunata coincidenza di morire il 25 novembre, durante la “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”. Da quel momento il clamore della notizia investe tutti i canali e una causa importante come quello della violenza sulle donne passa in secondo piano, nonostante l’assurda tragicità delle due donne violentemente uccise proprio questo 25 novembre e una terza l’indomani.
Non è così sbagliato quando si dice che violenza chiama violenza, perché con questo intervento Laura Pausini si è attirata l’ira funesta di tutti i fan di Maradona che l’hanno letteralmente tempestata sulle sue pagine social dove è avvenuto un vero e proprio linciaggio mediatico, tanto che la cantante ha dovuto giustificare e spiegare meglio il suo parere e le proprie ragioni.
“Sicuramente un campione sportivo come lui va ricordo e pianto – ammette Pausini-. Io, però parlo dello spazio riservato alla notizia rispetto ad altre che, secondo me, dovrebbero essere più rilevanti – aggiunge -. In due giorni, in Italia sono state uccise tre donne e queste morti sono comunque importanti. Per me se deve parlare di più”.
I fan, gli ammiratori, i nostalgici e i tifosi di Diego Armando Maradona fanno bene a dar voce al proprio sentimento piangendo e commemorando il campione, nessuno lo nega. Ma non sono nemmeno negabili le ragioni dell’artista bolognese su quanta poca rilevanza abbia per tutti la morte di tre donne innocenti: quello che manca, dunque, è la stessa intensità di partecipazione ai temi importanti e fondamentali della vita. Se tutti noi ci riversassimo sulle piazze con lo stesso sentimento e trasporto dimostrato per Maradona contro la violenza di genere, contro la pedofilia, contro le ingiustizie, le guerre, il razzismo, i soprusi, la povertà e tutti questi temi – a cui sono dedicate le giornate mondiali ma non l’interesse collettivo -, sarebbe certamente un mondo migliore.