Le trivellazioni in mare sono importanti per la sicurezza energetica dell’America ma vanno fatte responsabilmente: dal giardino delle Rose della Casa Bianca, mentre la marea nera della Bp arrivava sulle coste della Louisiana mettendo a rischio il fragile ecosistema del Delta del Mississippi, il presidente Barack Obama ha annunciato un’inchiesta e la moratoria delle operazioni offshore . “Le trivellazioni sono parte importante della nostra politica energetica, sono importanti per la sicurezza nazionale, ma devono essere fatte in condizioni di sicurezza per il personale che ci lavora e per la protezione dell’ambiente”, ha detto il presidente che ha ordinato al ministro dell’Interno Ken Salazar di indagare sulle cause del disastro a bordo della Deepwater Horizon, la piattaforma petrolifera esplosa nel Golfo del Messico e all’origine della marea nera: “Voglio i risultati entro 30 giorni”. Il consigliere della Casa Bianca David Axelriod aveva anticipato alla Abc il cambio di rotta dopo che un gruppo di senatori democratici, in testa Bill Nelson della Florida, erano tornati alla carica contro le operazioni offshore: “Non è stata autorizzata nè sarà autorizzata nessuna nuova trivellazione finché non scopriamo quel che è successo e se è successo qualcosa di unico e di prevenibile”. Il colosso Bp, a cui Obama ha chiesto di accollarsi il conto, ha fatto buon viso a cattivo gioco: “Si vorrà capire come è successo tutto questo’ – ha detto l’amministratore della società al centro della bufera Tony Hayward – Ragionevolmente saranno introdotte nuove regole per far sì che non si ripeta. Non vedrete certamente Bp che si oppone”. La moratoria delle trivellazioni nelle acque americane potrebbe avere conseguenze sulle riserve globali di petrolio. È anche un colpo durissimo per Bp, numero 3 del mondo nel settore energetico e il maggior produttore di greggio nel Golfo del Messico, con un output di 400 mila barili al giorno. Bp è stata una forza trainante dietro le esplorazioni in profondità nelle acque del Golfo e negli ultimi anni ha scoperto numerosi giacimenti. Il pozzo da cui è partita la marea nera si trovava a 1.500 metri di profondità, non aveva dispositivi di sicurezza obbligatori in altri Paesi per operazioni offshore (Norvegia e Brasile) e di recente era stato sottoposto dai tecnici della Halliburton a un processo di cementificazione, pratica controversa che potrebbe aver provocato l’esplosione a bordo della piattaforma Deepwater. Per Obama e la sua politica energetica è una grave battuta d’arresto. Osteggiato dagli ambientalisti, in marzo il presidente aveva annunciato un nuovo piano di trivellazioni al largo delle coste atlantiche, dal Delaware alla Florida, in Alaska e lungo il Golfo del Messico. Duplice l’obiettivo: da un lato ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dal petrolio straniero, dall’altro indurre i repubblicani ad appoggiare la nuova legge sul clima. La marea nera ha sparigliato le carte al presidente: disastri come quello della Deepwater Horizon sono molti rari ma quando accadono i costi finanziari e ambientali sono chiaramente enormi.
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