L’astrofisica di fama internazionale si è spenta il 29 giugno. Grande personalità italiana per la quale l’intero mondo della scienze è a lutto
È stata chiamata la signora delle Stelle, Margherita Hack, l’astrofisica italiana di fama mondiale, che è morta all’età di 91 anni il 29 giugno scorso, per i problemi cardiaci che non le davano pace e per i quali era ricoverata ospedale di Cattinara. E invece, in quella che fu una sorta di autobiografia pubblicata nel ‘98, lei preferì definirsi “amica delle stelle”, le stesse stelle che lei, per tanti anni, aveva studiato dedicandogli tutta una vita. Grande divulgatrice, riusciva ad avvicinare il grande pubblico alla scienza in maniera spontanea e in termini semplici. Nasce a Firenze nel 1922, si trasferisce a Trieste nel 1963, dove ha vissuto per tutta la vita. Laureata nel 1945 con una tesi di astrofisica sulle “Cefeidi, una classe di stelle variabili”, durante il periodo del fascismo a cui la Hack non aderì mai. Atea convita, vegetariana fino alla fine e amante degli animali, è stata la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia e ha dato un forte contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle. Hack era membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society. Oltre alla scienze, la sua grande passione era la politica. Si è spesso candidata con la sinistra riuscendo ad essere eletta nel 2006 nelle file del Partito dei Comunisti Italia, ma lasciò il seggio per tornare a occuparsi di astronomia.
Non ha mai nascosto il suo ateismo: nei suoi studi ha sempre negato la possibilità dell’esistenza di Dio, tanto da diventare anche una paladina dell’ateismo militante. Ciò nonostante non negava la possibilità di un ripensamento, con l’arguzia che l’ha sempre distinta amava scherzare dicendo che “Quando morirò, se incontrerò Dio gli dirò che mi sono sbagliata”. Ha amato e vissuto una vita assieme al marito, Aldo de Rosa, con cui si conobbero all’età di 11 e 13 anni. Poi si incontrarono all’università e si sposarono nel 1944 con una cerimonia in chiesa a cui la Hack dovette cedere perché i suoceri erano molto credenti. Dall’unione non nacquero figli: “Noi i figlioli non si volevano”, spiegò Margherita Hack “C’è chi è portato e chi non è portato: io non sono portata. Da ragazza poi mi dava molta noia tutta quella propaganda di Mussolini secondo cui le donne dovevano fare figlioli per forza, e anche tanti. Oggi c’è molta retorica attorno alla maternità. Io preferisco i gatti”. Infatti, Margherita e Aldo accudivano un cane e tre gatti .
Con la sua morte possiamo dire che viene a mancare una persone di grande spessore e valore di cui l’Italia può vantarsi.