La commissione degli Stati ritiene restrittivo il progetto sull’attuazione dell’iniziativa UDC sull’espulsione degli stranieri
La politica deve attuare l’iniziativa, approvata dal popolo nel 2010, che chiede l’espulsione degli stranieri che commettono reati e parallelamente rispettare le regole dello stato di diritto. Per le difficoltà del parlamento di non essere riuscito a proporre fino ad oggi una soluzione per l’attuazione, l’UDC ha rincarato la dose e ha lanciato un’altra iniziativa “per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reati”, sulla quale il popolo ancora non si è espresso. Questo testo chiede l’espulsione automatica degli stranieri, senza esaminare il singolo caso, che si macchiano di reati che vanno dall’abuso di prestazioni sociali all’omicidio,.
Questa linea dura è stata ripresa dal Nazionale lo scorso marzo. I partiti borghesi di centro del PLR e PPD si sono allineati al volere dei democentristi e hanno fatto passare alla camera del popolo un progetto in tal senso, auspicando che l’UDC ritirasse l’iniziativa di attuazione. Un voto che è andato contro la volontà del governo e non è piaciuto alla commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S) che lo ha ritenuto troppo restrittivo. La presidente della commissione Verena Diener ha spiegato che “la CIP-s non si fa mettere sotto pressione dalla seconda iniziativa dell’UDC e che non si può procedere alla sua applicazione quando il popolo non si è ancora espresso.” La CIP-S ha così deciso di elaborare una propria soluzione, un compromesso che ha però poche probabilità di successo.
Il progetto della CIP-S prevede un margine di manovra. L’espulsione automatica deve valere solo per gli stranieri che si sono macchiati di crimini gravi, la cui pena massima è superiore a tre anni, come in casi di omicidio, assassinio, ripetuta truffa, rapina. Questa regola è attuabile anche in casi di spaccio di droga o abuso di prestazioni sociali che superino una certa misura. Al contrario del Nazionale la commissione degli stati vuole introdurre una “clausola di salvaguardia”, che permetta ai tribunali di rinunciare in via eccezionale a un’espulsione se questa dovesse mettere lo straniero in una situazione personale grave. I giudici dovranno anche tenere conto dei casi particolari di cittadini stranieri nati e cresciuti in Svizzera. Inoltre la CIP-S propone l’introduzione dell’espulsione non obbligatoria per lottare contro il turismo del crimine: se fosse necessario il tribunale potrà allontanare uno straniero anche in casi di delitti minori. Nonostante queste restrizioni il problema dello stato di diritto resta delicato.
Per l’UDC invece la “clausola salvaguardia” è un affronto alla volontà del popolo. Con questa regola la commissione si sottrae alla conseguente applicazione dell’iniziativa sull’espulsione degli stranieri. Nella sua presa di posizione l’UDC ha comunicato che se la proposta della CIP-S dovesse superare lo scoglio del parlamento, il partito si atterrà in ogni caso alla sua iniziativa di attuazione.