Amore, impegno sociale, fede e “altre storie”…un viaggio in musica a tratti anche un po’ intimistico, con l’artista toscano che è stato in concerto a Suhr lo scorso 30 gennaio
di Isabella La Rocca
Parlaci di questo tour che stai portando in giro per l’Europa…
È un tour che mi sta dando molte soddisfazioni e che ci stiamo divertendo parecchio a fare, riproponendo le canzoni dell’ultimo album e i successi del passato.
Parliamo del tuo ultimo album, “L’Italia e le altre storie”. Che Paese è l’Italia oggi?
È un Paese uguale agli altri, solo che è un Paese che storicamente soffre di problemi legati alla società e alla politica molto difficili da risolvere.
Canzoni come queste servono non a commentare che Paese è l’Italia ma piuttosto a raccontare, in maniera quasi giornalistica, quello che succede per cercare di stimolare chi può e deve far qualcosa ad agire in maniera più forte e coerente.
Quanto può incidere la musica nel sociale?
Un tempo, negli anni 60-70 molto di più. Oggi molto meno e credo che possa fare ben poco.
Cosa cambieresti del tuo Paese?
Ce ne sono davvero troppe e in vari settori di cose da cambiare; per questo credo sia difficile, se non impossibile, rispondere a questa domanda.
Le altre storie che racconti in musica invece di cosa trattano?
Prevalentemente sono storie d’amore, l’argomento più ricorrente nei miei testi. Raccontare i sentimenti è una cosa che mi piace molto fare.
L’anno passato, ad Assisi, hai ricevuto il Premio per la pace, un riconoscimento importante che credo ti renda molto orgoglioso.
Si, sono molto contento di essere stato a quella manifestazione, oltre che di aver vinto il premio, ovviamente.
È certamente un premio che ha alle spalle delle motivazioni ed un impegno che dovrebbe essere comune a tutti e che spero lo sia sempre di più.
Visto che tu sei, giustamente, restio a farlo, ricordiamo noi qualche evento che testimonia il tuo impegno nel sociale, come il sostegno alle adozioni a distanza o la recente partita per la raccolta fondi a favore degli alluvionati di Messina…
Quando posso mi fa piacere fare qualcosa per aiutare chi ne ha bisogno.
Tra qualche giorno parte il Festival di Sanremo, una manifestazione che ti ha visto molte volte protagonista. A tuo avviso oggi qual è il valore di questa manifestazione che in Italia è soggetta a pareri molto discordi…
La tradizione: è questo che incarna il Festival, e questa rimane la sua caratteristica più grande.
Nel 2005 hai partecipato, a Colonia, all’incontro con il Papa; leggendo alcuni tuoi testi pare però di capire che tu non hai un grande rapporto con la fede…
Io sono agnostico; mi documento, quindi oggi incontro il Papa come domani posso incontrare anche un esponente di un’altra religione; credo nella pace e non nelle guerre sante, ma non credo assolutamente che esista un essere sovrannaturale che ha creato tutto questo; credo che tutto possa essere dimostrato con la scienza.
Le divinità, spesso motivo di scontri e anche di omicidi, molte volte hanno anche significato la salvezza per tanti; quindi non ho timore a dire che invidio chi riesce a “credere”, ma purtroppo è una forza che a me manca.
Sei stato parecchie volte in Svizzera per i tuoi concerti; hai anche avuto modo di visitarla da turista?
Devo confessare che non non amo fare il turista, mi piace stare in Italia; spesso magari mi capita, per caso, di passare davanti ad un monumento e di fermarmi ad osservarlo… ecco in questo senso potrei definirmi un turista per caso…
Un saluto ai tuoi fans svizzeri e ai nostri lettori…
Intanto grazie a tutti, sono veramente felice quando la gente mi aspetta e quando, poi, ci ritroviamo insieme a cantare le mie canzoni.
Per me è un’emozione forte…e, attraverso la mia musica, spero di poter continuare a regalare anch’io, al mio pubblico, ancora tante emozioni.
Isabella La Rocca