Il cattolicissimo Portogallo attualmente a guida socialista ha compiuto il primo passo per legalizzare i matrimoni gay, come già avvenuto sotto varie forme in diversi altri paesi europei.
Col dichiarato intento di compensare la comunità omosessuale per i “decenni di ingiustizie” patite, il parlamento portoghese ha approvato in prima lettura una legge in loro favore ma ha respinto un’apertura sulle adozioni di bambini da parte di coppie dello stesso sesso.
Il disegno di legge dell’esecutivo è stato perorato in aula dal premier, il socialista Josè Socrates, ed è stato poi approvato con i voti di tutti i partiti della maggioranza di sinistra nonostante i ‘no’ delle formazioni di destra.
Socrates ha spiegato di voler “porre rimedio a decenni d’ingiustizie perpetrate ai danni degli omosessuali”: e a questo proposito il premier ha ricordato che “fino al 1982”, quindi ancora ben dopo la fine della cinquantennale dittatura militare terminata nel 1974, “il Portogallo viveva nella situazione assurda e ributtante di considerare l’omosessualità un reato perseguito per legge”.
In Portogallo una legge riconosce dal 2001 le unioni di fatto, indipendentemente dal loro sesso.
E sebbene la strada pare segnata, a Lisbona ci vorranno però altri tre passaggi istituzionali prima che il Portogallo entri nel novero dei paesi che sotto varie forme riconoscono i matrimoni gay e lesbici (fra gli altri, in diversa misura, Germania, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Svezia, la confinante e cattolicissima Spagna, ma anche Canada e alcuni Stati degli Usa).
Il testo infatti deve essere sottoposto ancora ad un vaglio in commissione, ad un voto definitivo del parlamento e alla sofferta promulgazione da parte del capo dello Stato, il cattolico ed esponente di destra Anibal Cavaco Silva.
Questo primo sì del parlamento era un atto dovuto visto che la legalizzazione del matrimonio omosessuale era inserita nel programma elettorale del partito socialista, vincitore delle legislative del settembre scorso.
Senza appoggio del partito erano invece le proposte avanzate dall’estrema sinistra e dai Verdi in favore delle adozioni da parte di coppie gay ma bocciate dall’assemblea.
Si tratta di una “questione differente” rispetto al matrimonio, ha sottolineato Socrates nel respingerle: “l’adozione non è un diritto della coppia, è un diritto del bambino”. Il voto è stato comunque accolto con urla di gioia da diverse decine di omosessuali radunatisi sulla piazza del parlamento stappando bottiglie di spumante e affettando una torta nuziale.
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