Sembra ieri, ma sono già passati 49 anni da quel fatidico 30 agosto 1965 quando il crollo del ghiacciaio dell’Allalin, durante i lavori della costruzione della diga di Mattmark, provocò la morte di 88 lavoratori di cui 56 Italiani. Purtroppo, nella storia dell’emigrazione italiana all’estero, quella tragedia non era la prima e non sarebbe stata nemmeno l’ultima. Per quanto riguarda il lavoro italiano in Svizzera e soprattutto in Vallese, questo contributo di sudore, lacrime e sangue dei lavoratori italiani alla crescita, allo sviluppo ed al progresso del Vallese era iniziato con l’apertura dei cantieri per i trafori alla fine del 1800 ed è continuato per tutto il secolo scorso fino ai nostri giorni con i lavori di costruzione delle imponenti dighe e dei nuovi trafori per le trasversali alpine. Come tutti gli anni, il COMITES del Vallese, assieme alla Comunità italiana ivi residente, si sono dati appuntamento per il prossimo 30 agosto ai piedi del ghiacciaio per ricordare con una cerimonia religiosa ed un incontro conviviale quel triste avvenimento. Lo ha sempre fatto, per non far cadere nell’oblio il lutto e l’immane dolore provocati dall’avvenimento. Ma lo ha fatto anche per testimoniare le difficili condizioni di lavoro e di esistenza delle migliaia di lavoratori italiani all’estero e per far conoscere alle nuove generazioni la storia della nostra emigrazione ed i fatti che spiegano e legittimano oggi la nostra Comunità in Vallese. Una realtà integrata e consapevole, in cui l’Italianità viene riconosciuta come elemento fondante del Vallese moderno. Queste circostanze non dobbiamo e non possiamo dimenticarle.
La tragedia di Mattmark rappresenta un fatto che ha segnato un punto di svolta e di presa di coscienza della classe politica svizzera e dei settori economici che, sotto l’impulso delle Organizzazioni sindacali, portarono alla presa di misure importantissime in tema di sicurezza sui cantieri, sul piano legislativo e sul piano dei comportamenti delle imprese. I benefici di quelle scelte hanno certamente permesso e permettono ancora oggi di prevenire incidenti ed organizzare la logistica nei cantieri in maniera più avveduta, mettendo in primo luogo la sicurezza e la tutela dei lavoratori rispetto al profitto. Nel celebrare la ricorrenza di questo 49° Anniversario, il Comites del Vallese coglie l’occasione per fissare fin d’ora l’appuntamento per il prossimo anno. Per la ricorrenza del 50° Anniversario (che sarà celebrato il 29 e 30 agosto 2015), è stato costituito un Comitato ad hoc che è riuscito a coinvolgere tutte le forze vive del Cantone. L’Organizzazione di riferimento per la gestione finanziaria di tutto il progetto è demandata alla “Associazione ITALIAVALLESE”. Tale Organizzazione ne rappresenta legalmente gli interessi per la buona riuscita del progetto.
La ricorrenza del 50° Anniversario vuole essere anche un momento di riflessione e discussione :
- sui cambiamenti avvenuti in questi ultimi 50 anni nel mondo del lavoro, sui cantieri e nella società;
- sulle politiche di sicurezza messe in atto per tutelare e prevenire i rischi di catastrofi ed incidenti;
- per valutare dal punto di vista storico, economico e culturale l’apporto dato dall’emigrazione italiana allo sviluppo ed al benessere del Vallese;
- per divulgare tra le nuove generazioni il valore fondante di quel sacrificio;
- per prendere atto dei livelli d’integrazione odierna quale risultato di un impegno costante di duro lavoro, di abnegazione e sacrificio di migliaia di persone arrivate in Svizzera, per sfuggire a condizioni estreme di povertà e disagio da ogni parte d’Italia.
Il programma delle manifestazioni, in via d’elaborazione, prevede altri momenti importanti tra cui la deposizione di una lapide e l’organizzazione di esposizioni di materiale video-fotografico e documentale dell’epoca, con momenti di discussione e testimonianze sulle diverse problematiche che toccano la nostra Comunità in Vallese. L’Associazione “Bellunesi nel Mondo” (dei 56 caduti 17 provenivano da quella Provincia) si è affiancata a noi per la celebrazione di questa ricorrenza e saremo pertanto felici di accogliere qui una delegazione di Bellunesi, accompagnati dalle Autorità civili e religiose della Provincia di Belluno e della Regione Veneto. Per dare alla celebrazione un rilievo ed una dignità particolari che onorerebbe i caduti e allo stesso tempo riporterebbe all’attenzione generale l’avvenimento, affinché i giovani apprendano e gli anziani non dimentichino, è stata inviata in questi giorni una lettera al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, al Ministro degli Esteri Federica Mogherini, all’Ambasciatore a Berna Cosimo Risi, al Console generale d’Italia a Ginevra Andrea Bertozzi per chiedere la loro partecipazione e Patrocinio.
Analoga lettera è stata inviata anche al Presidente del Consiglio Federale Didier Burkhalter, al Presidente del Consiglio di Stato del Vallese Jean-Michel Cina, al Direttore della SUVA Valais Willy Bregy, alle rappresentanze Istituzionali, al tessuto Associativo ed a quello produttivo italiano e svizzero.
Domenico Mesiano