Definitivamente assolto per il delitto della giovane inglese Meredith Kercher adesso chiede risarcimento per gli anni trascorsi in galera
Quattro anni dietro le sbarre per un delitto che non avrebbe deciso, almeno per la Cassazione che ha emesso il verdetto a favore di Raffaele Sollecito e Amanda Knox. La storia di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia il primo di novembre del 2007, è uno dei casi di cronaca più contorti perché per molto tempo furono sospettati la ragazza statunitense con cui divideva la casa, Amanda Knox e l’allora fidanzato di quest’ultima, Raffaele Sollecito.
Fu un processo molto travagliato e, nonostante le prime condanne, i due imputati furono dichiarati non colpevoli nel 2015 per mancanza di prove certe. Durante i processi che videro protagonisti i due ragazzi, Raffaele Sollecito trascorse in carcere ben 4 anni per i quali adesso richiede il risarcimento per un ammontare pari a 516mila euro. “Noi chiediamo il massimo del risarcimento, all’incirca 516mila euro, ma comunque non è sufficiente a compensare quanto la mia famiglia ha speso” queste le parole del ragazzo pugliese. “Sono passati 10 anni dall’inizio di questo incubo – racconta Sollecito in un’intervista – Abbiamo dovuto vendere i nostri appartamenti ma abbiamo ancora dei debiti, all’incirca 400mila euro. Il risarcimento, quindi, servirebbe giusto a coprire i debiti ancora in piedi”. Il giovane ha anche pubblicato un libro sulla sua prigionia di 4 anni che gli hanno rovinato la vita, dice infatti Sollecito che “l’omicidio è stata una tragedia che ha distrutto la mia vita” e che anche lui è vittima si tutto ciò che è accaduto. “La prima vittima dell’omicidio è stata Meredith, ma non è stata la sola” ha spiegato Sollecito, “i genitori di Amanda, le nostre famiglie… ce ne sono molte altre, uccise dagli errori persecutori”. Si attende dunque la sentenza che verrà emessa dalla Corte d’appello di Firenze.
Sollecito sarà rappresentato in aula dai suoi legali, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori, i quali, per motivare l’istanza, hanno richiamato la motivazione della sentenza della Cassazione che assolveva entrambi gli imputati. Gli avvocati hanno puntato la luce soprattutto sulla parte in cui viene criticato il modo in cui sono state condotte le indagini da parte della Polizia. Alla richiesta di risarcimento si sono opposti la Procura generale di Firenze e il ministero delle Finanze.
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foto: Ansa