In meno di una settimana il Medioriente è stato sconvolto da una nuova guerra cruenta e che sembra non mostrare possibilità di facili risoluzioni. Dall’attacco al Festival musicale nel deserto al confine con la Striscia di Gaza, dove si conta il bilancio terribile di oltre 200 morti e 700 giovani dispersi, sono succeduti atti di guerra terribili e che coinvolgono i civili palestinesi e israeliani dei quali ci arrivano scene strazianti.
Dopo l’attacco per mano di Hamas, un gruppo di terroristi palestinesi, al Festival musicale, Israele decide di rispondere con un attacco senza eguali: è una nuova guerra. Il Medioriente è completamente sconvolto e i civili sono al centro di scontri sanguinari da una parte e l’altra, come sempre sono quelli che ne pagano le spese, questa volta ancora di più.
Morti, dispersi e prigionieri
Le azioni di Hamas nei confronti degli israeliani sono documentate da scene atroci che ci giungono quasi in contemporanea attraverso i video e i social, a cominciare dall’attacco al party musicale nel deserto d’Israele dove migliaia di giovani pacifisti, giunti da tutti il mondo, sono morti, altri sono scappati terrorizzati e altri ancora sono finiti sotto le mani dei miliziani di Hamas. Hamas, infatti, si è concentrata proprio sul rapimento di ostaggi civili, sia per forzare Israele alla guerra terrestre, sia per rendere difficile questa stessa guerra ad Israele per la presenza degli ostaggi israeliani a Gaza: bombardando il territorio di Gaza, bombarderebbero anche gli ostaggi israeliani. Inoltre Hamas si dice disposta a rilasciare tutti i prigionieri e militari civili israeliani attualmente detenuti in cambio della libertà dei 130 prigionieri palestinesi. Ad oggi Israele rifiuta di rilasciare i prigionieri palestinesi. Gli attacchi di Hamas su Israele si sono susseguiti con una crudeltà inaudita, ad oggi si contano 1.300 vittime civili. Tra tutti fa orrore il ritrovamento di 200 israeliani uccisi dai miliziani di Hamas in un Kibbutz di Kfar Aza. Secondo quanto riferito dall’emittente televisiva i24News citando l’ong Zaka, che partecipa all’identificazione dei corpi, nella terribile giornata di sabato nel Kibbutz ha fatto irruzione una settantina di miliziani che hanno perpetrato una vera e propria strage senza risparmiare neanche i più piccoli. Pare, infatti, che siano stati ritrovati anche i cadaveri di circa 40 tra neonati e bambini piccoli, alcuni con la testa mozzata.
Israele è passata immediatamente al contrattacco. Intanto ha deciso di isolare completamente la Striscia di Gaza: niente acqua, né carburante, né elettricità, nessun bene essenziale raggiungerà il territorio sotto Hamas. I raid si susseguono e fino ad oggi si contano 1.200 vittime e innumerevoli feriti con la difficoltà di ricevere cure. Secondo le Nazioni Unite 340mila persone sono state costrette a lasciare le proprie case in seguito ai bombardamenti dell’aviazione di Tel Aviv, ma per loro è impossibile lasciare la Striscia di Gaza. Proprio Hamas sceglie di non aprire alcun corridoio umanitario – in queste ore si discute di aprire un varco per far giungere aiuti dall’Egitto – perché teme lo sfollamento della Striscia: è chiaro che una delle tattiche di Hamas è proprio l’uso dei civili.
La guerra intorno
Il mondo guarda l’evolversi della situazione complessa e delicata tra Israele e la Striscia di Gaza con molta preoccupazione. Nell’ultima riunione della commissione Europea, la presidente Ursula Von der Leyen ha parole inequivocabili: l’Europa sta dalla parte di Israele. E sosteniamo pienamente il diritto di Israele a difendersi. “L’orrore scatenato da Hamas porterà ulteriore sofferenza ai palestinesi innocenti. Solo Hamas è responsabile delle sue azioni. Il nostro sostegno umanitario al popolo palestinese non è in discussione. Tuttavia è importante rivedere attentamente la nostra assistenza finanziaria alla Palestina. I finanziamenti dell’Ue non sono mai andati e non andranno mai a Hamas o a qualsiasi entità terroristica”. Von der Leyen conclude affermando l’importanza di monitorare da vicino l’Iran dato, come noto, il suo sostegno di lunga data a Hamas. E proprio dall’Iran arriva in queste ore la notizia di una telofonata del presidente iraniano Ebrahim Rais con l’omonimo siriano Bashar al-Assad in cui esorta “tutti i Paesi islamici e arabi, come anche le popolazioni che vogliono la libertà nel mondo, devono trovare un accordo e raggiungere una cooperazione in un percorso per fermare i crimini del regime sionista contro la nazione palestinese oppressa”. “Di conseguenza, la Repubblica islamica dell’Iran tenterà di trovare questa convergenza il prima possibile, mettendosi in contatto con i Paesi islamici”, ha aggiunto Rais.
Proprio oggi il segretario di Stato Usa Antony Blinken è impegnato nell’incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu al ministero della Difesa a Gerusalemme. Lo scopo dell’incontro è la dimostrazione dell’inequivocabile sostegno degli Usa ad Israele: “Siamo qui con voi, non andiamo da nessuna parte” afferma Blinken nel salutare Netanyahu.
Redazione La Pagina