Anche questa, come tante altre, è un’uscita shock di Papa Bergoglio. Siamo al tre gennaio nella
prima udienza 2019. A dire il vero prima di lui l’ha pronunciata Gesù, e chi strombazza l’Europa dalle radici cristiane dovrebbe stare attento di non parlare al vento, ma di riferirsi non tanto al papato quanto al fondatore della nostra religione. Noi siamo talmente abituati a parlare di Chiesa, e farla in tutto autoreferenziale e auto fondante, che ci meravigliamo quando anziché ad essa ci riferiamo a Gesù di Nazareth, dandogli la priorità.
Gesù parla dell’ipocrisia in due brani corposi del Vangelo di Matteo, il primo al capitolo sesto, il secondo al capitolo ventitré. Forse vale la pena citarli ancorché occupino un po’ di spazio. Il primo alquanto conciliante ed esortativo: “Guardatevi dal praticare le Vostre opere buone davanti agli uomini per essere da loro ammirati… Quando fai l’elemosina non suonare la tromba davanti a te come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini… Quando pregate non siate simili agli ipocriti che amano stare ritti nelle piazze per essere visti dagli uomini…E quando digiunate non assumete l’aria melanconica di coloro che si sfregiano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano”. Ma nel secondo brano sempre di Matteo, Gesù va giù di piatto e si mostra intransigente e radicale: “Guai a voi scribi e farisei ipocriti che pagate la decima e trasgredite le prescrizioni dei poveri, la misericordia, la fratellanza… Guai a voi che pulite l’esterno del bicchiere e dentro siete pieni di rapina e di intemperanza… Sepolcri imbiancati belli da vedersi fuori e dentro pieni di putredine. Serpenti, covi di vipere come potete scampare dal fuoco della geenna?”. Per intenderci sulle parole: ipocrisia è tendenza a simulare buone qualità, sentimenti, intenzioni apparendo diversi da ciò che si è allo scopo di farsi ben volere, o di trarre in inganno. Ed è ovvio che tale atteggiamento è peggiore dell’ateismo. Perché in questo spesso abbiamo persone oneste, che si dedicano al prossimo, che si fanno in quattro per aiutare l’uomo, e che magari non hanno nulla contro Dio, non sono né militanti nei sui confronti, né avversari, né concorrenti. Spesso hanno anche una coscienza. Il non credente che segue la coscienza è più retto di chi si dice cristiano, ma è lontano dal vangelo.
In modo spiccio Papa Francesco aggiunge: “lo scandalo di quelle persone che vanno in chiesa e stanno tutta la giornata lì e poi vivono odiando gli altri o parlando male della gente”. L’ipocrisia inoltre è peggiore di qualsiasi tipo di peccato per il quale è doveroso avere misericordia: l’ipocrita e il corrotto tendono per loro natura a soffocare la coscienza, a tramare con astuzia, sorriso a 32 denti ma non ti amano nel cuore. Ecco la frase di Gesù in cui dice che egli à venuto a portare la spada e non la pace, cioè la divisione netta fra il debole, il fragile, il peccatore da una parte e l’ipocrita dall’altra. Gesù sembra rimandare alla fine del mondo quello che invece è legato ad ogni nostra singola azione qui ed in questo momento: da una parte le pecore (i bisognosi di misericordia), dall’altra i capri (quelli che la rifiutano). Atteggiamenti che costatiamo ogni giorno in cui, per parlare terra a terra, politici o meno usano atteggiamenti o oggetti cattolici come simbolo di ostentazione, come autocelebrazione identificativa, ma restano indifferenti al cuore del messaggio evangelico.
Andare in chiesa, pregare Dio che non si vede e ignorare il fratello che si vede: incoerenza, ma anche ipocrisia. L’accento non è tanto sul comportamento più o meno retto di chi si professa cattolico quanto sull’intollerabile ipocrisia religiosa di chi è capace di tessere preghiere senza Dio. E qui si può innestare la baraonda italiana di ogni Natale, in cui per il presepio si va addirittura fuori di testa. L’8 dicembre il ministro dell’interno di rivolge al popolo dei 60 milioni esaltando il santo Natale e il santo presepe. Nel Nord Italia si stanziano fondi per il concorso migliore presepio nelle scuole, quando la gente muore sotto in ponti.
Non importa se il decreto legge del suddetto ministro con l’abolizione della protezione umanitaria almeno quarantamila persone rischiano di trovarsi sulla strada. Fortuna che a queste ipocrisie rispondono preti coraggiosi, come don Favarin di Padova, incaricato accoglienza immigrati, che decide di non fare il presepio, di non mettere un bimbo Gesù di carta pesta, di abolire un gesto ipocrita quando abbandonati al loro destino altri bambini in carne ed ossa, profughi come Gesù in Egitto, si trovano tra la vita e la morte e noi li rifiutiamo. O come don Farinella di Genova che per il giorno di Natale decide di chiudere la chiesa, in segno di digiuno dalle ipocrisie di tutti i giorni.
Suscitano una certa ilarità quotidiani di destra, Giornale, Libero, Verità, che si mettono anche a pontificare e fare catechismo senza averne la competenza e la dimestichezza. Udite udite: “Sacramenti e messa sono un aiuto senza il quale chi sbaglia non può farcela. O la misericordia per i fedeli non vale? Vale solo per i non credenti? Andate in chiesa perché Cristo ve l’ha ordinato per essere migliori. In chiesa basta andarci, fa niente se vi addormentate. Dio interpreta il vostro sonno come sacrificio a lui gradito”. Superiamo ogni commento, qui siamo al limite della magia. Ci basti richiamare alla memoria che intanto Gesù non ha mai consigliato di frequentare la chiesa. Ciò non significa che ce l’abbia proibito, ma ha raccomandato di chiudersi in camera propria e affidarsi al Padre celeste: cioè ricostruire a due la propria coscienza. Inoltre ci ha sempre insegnato che non a ripetere “Signore Signore” meccanicamente ci si salva l’anima, ma a fare la volontà del padre suo. A tutti gli ipocriti basterebbe ripetere ciò che al suo tempo raccomandava S.Ignazio di Antiochia, vissuto a ridosso di Gesù: “meglio essere cattolici senza dirlo, piuttosto che proclamarsi cattolici senza esserlo”.
Albino Michelin