Nel 2013 è stata introdotta l’Autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA), con il compito di decidere sulla protezione del bambino e dell’adulto in situazioni personali difficili. Il cantone designa un’unica autorità interdisciplinare. L’AMPA ha subito però diverse critiche pubbliche sul modo di procedere e sulle decisioni prese, come nel caso dell’infanticidio di Flaach, nel quale una madre 27enne ha ucciso i due figli di 5 e 2 anni, dopo che si era vista togliere l’autorità parentale. Lo scorso maggio è stata lanciata anche una iniziativa che chiede di limitare il potere dell’autorità a favore dei genitori, dei coniugi e di altri parenti.
La scorsa settimana la Conferenza per la protezione di minori e degli adulti (COPMA) ha presentato un bilancio che è stato ritenuto complessivamente positivo. La COPMA ha così reagito alle critiche rivolte all’AMPA, dichiarando nel comunicato stampa che “le autorità dispongono misure soltanto dove sono necessarie quando il sostegno della famiglia viene a mancare”. I dati emersi dal bilancio mostrano un quadro stabile. Le misure di protezione dei bambini sono addirittura diminuite leggermente del 2%, scendendo da 42’767 casi nel 2016 a 41’902 nel 2017. Per quanto riguarda invece gli adulti, il novero di misure è aumentato a 90’719, contro i precedenti 89’605 (+1,24%). La COPMA in questi sei anni si è occupata soprattutto delle AMPA, per seguire la giovane autorità sotto l’aspetto professionale ed è consapevole che sono necessari permanenti sforzi e miglioramenti. Per una ottimale protezione delle persone bisognose è indispensabile una buona collaborazione tra AMPA, assistenti legali, famiglia e altre istanze, come ospedali pediatrici e collegi.
G. S.