Gentile Direttore, leggo con interesse gli articoli che vengono pubblicati sul suo settimanale a proposito delle elezioni del Comites.
Devo ammettere che mercoledì mattina la prima cosa che faccio è andare a tirare fuori dalla bucalettere “La Pagina”, soffermandomi sullo spazio dedicato alle elezioni. Ho apprezzato in particolar modo il coraggio del prof. Petta, delle Associazioni Italiane in Svizzera, che senza mezzi termini, ha illustrato e fotografato gli ultimi dieci anni di mandato del Comites di Zurigo. Un decennio, sempre secondo chi scrive, in cui non è stato fatto niente per il mondo dell’emigrazione italiana. Sono venuto inoltre a conoscenza, insieme a molti altri lettori, su particolari della Casa d’Italia a Zurigo che non immaginavo minimamente. Infine, sono rimasto stupefatto dalle onorificenze date a senso unico ad alcuni membri del Comites. Non entro nel merito di queste assegnazioni, i consoli precedenti avranno avuto le loro ragioni, ma mi pongo alcune domande:
– Come mai nessuna delle persone chiamate in causa dal Prof. Petta non ha ancora replicato alle sue affermazioni?
– Perché 3 delle 4 liste che partecipano al rinnovo del Comites di Zurigo hanno diramato un comunicato congiunto in cui per strani motivi non potevano partecipare a un dibattito pubblico, previsto alla Casa d’Italia?
– Avevano forse paura di confrontarsi con la lista di chi li aveva sfidati pubblicamente, in modo trasparente?
– Queste tre liste sono coalizzate contro la lista Associazioni Italiani in Svizzera, unica lista di facce nuove in queste elezioni?
– Perché le Istituzioni, le forze politiche dell’emigrazione non hanno cercato di verificare le asserzioni dei firmatari dei diversi articoli apparsi sul suo settimanale?
– Dobbiamo forse concludere che chi tace acconsente?
Sarebbe opportuno, a questo punto, che il nuovo Console della Circoscrizione Consolare di Zurigo, Dr. Francesco Barbaro, facesse chiarezza su tutti questi argomenti, anche se i fatti non si sono verificati sotto il suo mandato.
Mario Pingitore, Presidente del Circolo Culturale Sandro Pertini
3 commenti
Egregio Signor Pingitore
Serbo un bellissimo ricordo, con foto e dedica, della visita del nostro amatissimo ex-Presidente Sandro Pertini alla Casa d’Italia di Zurigo. Un uomo di grande umanità e semplicità. Ma non solo. Lo menziono, perché il Suo Circolo Culturale porta il suo nome.
Le scrivo, poiché sono rimasta alquanto stupita dalla Sua affermazione: “Sono venuto inoltre a conoscenza, insieme a molti altri lettori, su particolari della Casa d’Italia a Zurigo che non immaginavo minimamente”.
Frequento la Casa d’Italia dai primi anni ’70 e vado estremamente orgogliosa del fatto che col tempo sia diventata punto d’incontro anche per altre culture. Una scuola aperta a nuove generazioni di migranti, un edificio che accoglie usi e tradizioni di altri Paesi.
Bello. La Casa d’Italia non è una “vecchia struttura decadente”, poiché è stata in grado di adattarsi ai tempi che cambiano.
Cordialmente,
A.Pedrazzoli
Grande Pingi!
Gentile Sig.ra Betta, sono costretto di nuovo a rispondere a un suo commento. Ho frequentato da alunno la scuola elementare alla Casa d’Italia, quando suo padre era Direttore didattico.
Allora quest’immobile dello Stato italiano era veramente il punto di riferimento della comunita italiana di Zurigo, ora è diventato invece un immobile dato in concessione al suo capolista, Antonio Putrino.
Quell’atmosfera che c’era allora, non c’è piu e lei lo sa bene!