Si chiama Security Cooperation Program (Scp) l’accordo siglato a Roma da Microsoft e Consip lo scorso 11 febbraio. Si tratta di un accordo di cooperazione in materia di sicurezza informatica, primo in questo ambito firmato dal colosso di Redmond in Italia. “La sicurezza informatica rappresenta una delle priorità su cui siamo impegnati”, ha dichiarato Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Microsoft Italia. “Grazie alla collaborazione avviata con Consip, anche in Italia promuoveremo un proficuo interscambio di informazioni e avvieremo attività a beneficio della sicurezza pubblica”. Nel campo della sicurezza informatica Consip vanta già conoscenza ed esperienze grazie al lavoro dell’Unità locale di sicurezza costituita all’inizio del 2006.
“Oggi nel mondo partecipano al programma Scp altre 44 istituzioni”, ha aggiunto Danilo Broggi, A.d. di Consip. Fra queste ci sono ministeri, agenzie nazionali per la sicurezza e Cert di vari paesi. “Siamo soddisfatti – ha aggiunto Broggi – di essere stati i primi in Italia come partner di questo programma”.
Tutti gli investimenti che saranno fatti sulla banda larga permetteranno a governo e pubblica amministrazione di “avvicinarsi sempre più ai cittadini e alle imprese – ha dichiarato Jovane, A.d. di Microsoft Italia – rendendo in particolare la pubblica amministrazione più snella, efficace e avanti rispetto ai cittadini. È qui che la tecnologia può giocare una partita molto interessante”. “Se non acceleriamo gli investimenti sulla banda larga e sulla rete in generale induciamo il nostro Paese a perdere tempo prezioso da un punto di vista della competitività”, ha evidenziato Jovane.
“Nonostante l’Italia sia il settimo o l’ottavo Paese per dimensione – ha aggiunto – molto spesso nelle classifiche che mostrano il tasso di produttività legato ad esempio alle infrastrutture dell’ICT o al numero di studenti che usano il computer a scuola, l’Italia non è neanche nelle prime 16 o addirittura 32 posizioni. Questo deriva dal fatto che non abbiamo ritenuto importante, come Paese, investire e permettere che la nostra tecnologia entrasse più facilmente nei nostri sistemi”.