Diritto di soggiorno per le vittime di violenza domestica: confermata la validità della prassi
Il quadro normativo per il diritto di soggiorno tiene sufficientemente conto della situazione delle vittime straniere di violenza domestica. È la conclusione tratta dal Consiglio federale nel suo rapporto stilato in adempimento del postulato Feri. Il rapporto evidenzia tuttavia che non tutte le difficoltà rilevate risultano completamente rimosse, e propone misure concrete. Lo scioglimento del matrimonio o della comunità familiare può compromettere il diritto di soggiorno dei partner stranieri. La legge sugli stranieri LStr garantisce a chi ha subito violenze domestiche il diritto di rimanere in Svizzera senza continuare a convivere con il partner.
Il postulato “Diritto di soggiorno delle vittime di violenza domestica”, depositato dalla consigliera nazionale Yvonne Feri, incaricava il Consiglio federale di illustrare la prassi in materia di soggiorno applicata alle vittime di violenza. Per farsi un’idea dell’applicazione pratica della disposizione sui casi di rigore, la SEM ha quindi commissionato un’analisi esterna, che poi ha funto da base per il rapporto del Consiglio federale.
Bilancio positivo
La prassi seguita nel regolamentare il soggiorno delle vittime straniere di violenza domestica si è dimostrata valida. L’introduzione della disposizione sui casi di rigore ha contribuito a meglio proteggere le vittime. Infatti, tra il 2011 e il 2015, la SEM ha accolto circa 520 domande di vittime di violenza domestica invocanti un caso di rigore. Il quadro normativo vigente tiene sufficientemente conto della loro situazione.
Il rapporto evidenzia che sono stati adottati i provvedimenti legali e organizzativi necessari e che i contatti, il coordinamento e la collaborazione tra gli attori coinvolti funzionano bene. Le vittime possono contare su adeguate offerte di sostegno, mentre gli specialisti del settore hanno la possibilità di formarsi e perfezionarsi. Anche il pubblico è informato e sensibilizzato.