Accordo d’intesa Roma-Tirana per la gestione dei flussi migratori. 16,5 milioni l’anno sarà la spesa complessiva dell’accordo rinnovabile ogni 5 anni
Lunedì 6 novembre viene stipulato un importante accordo tra Italia e Albania in materia di gestione dei flussi migratori. Si tratta di un protocollo d’intesa, un documento di 9 pagine in 14 articoli, secondo il quale l’Albania prenderà a carico i migranti giunti in Italia in due centri (uno di immediata accoglienza nel porto d’arrivo di Shengjin) e il secondo centro di permanenza (dove i migranti alloggeranno sito nel villaggio Gjader). L’accordo così concepito è valido 5 anni e rinnovabile ogni 5 anni. Se una delle parti decide di non voler più rinnovare l’accordo, deve avvisare entro 6 mesi dalla scadenza dello stesso la propria intenzione. Secondo quanto stabilito dall’accordo, il migrante che viene ospitato nel centro albanese potrà stare non più di un mese, durante il quale l’Italia potrà decidere se accettare o no il permesso di soggiorno del migrante in questione. Il centro ospiterà 3000 richiedenti asilo e non riguarderà soggetti vulnerabili, né donne incinte e minori. Il protocollo, inoltre, non si applica agli immigrati che giungono sulle coste e sul territorio italiano ma a quelli salvati nel Mediterraneo da navi italiane, come quelle di Marina e Guardia Costiera e ha lo scopo di alleggerire gli hotspot italiani, come quello di Lampedusa.
Ovviamente tutto questo ha un costo che graverà sulle casse italiane. Secondo gli accordi firmati dalla premier italiana Giorgia Meloni e quello albanese Edi Rama, l’Italia dovrà versare all’Albania 16 milioni e mezzo di euro a titolo forfettario l’anno (pari a circa 82 milioni per i 5 anni previsti dal protocollo). Roma, inoltre, rimborserà a Tirana i costi per l’impiego di forze di polizia locali per la sicurezza esterna delle due strutture e l’eventuale assistenza ospedaliera per i loro ospiti.
L’accordo fa storcere il naso all’UE
Il protocollo d’intesa Italia-Albania in questione trova subito diverse critiche da varie parti per l’approssimazione con cui è stata realizzata, ma prima di tutto non trova i favori della Commissione Europea che non accetta il fatto di non essere stata consultata o informata dell’accordo. Non aiuta di certo che l’accordo così come è formulato mette a rischio il diritto internazionale e il rispetto delle norme europee, le cui disposizioni non potranno essere verificate in maniera semplice, visto che l’Albania a oggi non è Stato membro dell’Unione Europea. Quello che preoccupa le istituzioni europee, infatti, è come l’Albania procederà agli eventuali rimpatri visto che in proposito non esistono accordi bilaterali e Tirana non è soggetta a vincoli europei. Il timore è il rischio di peggiorare le condizioni dei migranti e di gravare inutilmente sulle casse italiane e sui fondi europei per la gestione dei migranti.
UE: aspettiamo i dettagli!
Se per il ministro degli Esteri Antonio Tajani il protocollo d’intesa “rafforza il nostro ruolo da protagonista in Europa”, per Medici senza frontiere l’accordo è un “attacco sferrato al diritto d’asilo” che “aumenta le sofferenze” dei migranti. Per la segretaria del Pd Elly Schlein è un accordo incostituzionale che viola l’articolo 10 della costituzione, secondo cui l’asilo si chiede sul territorio della Repubblica; “Il governo ha alzato bandiera bianca in Europa e trova rifugio in Albania”, è invece la considerazione di Azione, mentre per Riccardo Magi di +Europa in questo modo si rischia “una sorta di Guantanamo italiana”.
Certamente si attente una presa di posizione della Commissione Europea in proposito dell’accordo siglato da Italia e Albania, “abbiamo chiesto di ricevere dettagli sull’accordo per la migrazione con l’Albania – afferma un portavoce della Commissione Europea interpellato sulla questione – Prima di commentare oltre dobbiamo capire cosa s’intende fare esattamente”.
Redazione La Pagina