Circa 100mila persone alla manifestazione pro-migrazione organizzata a Milano lo scorso 20 maggio. Salvini: “pagliacciata che rende contenti solo gli scafisti”
Nonostante le grandi polemiche che hanno preceduto la marcia pro-migranti, il corteo a favore della popolazione di migranti è partito dai bastioni di Porta Venezia, a Milano. Ad aprire il corteo, in prima fila, Emma Bonino insieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala.
La manifestazione dal titolo “Insieme senza muri”, ha richiamato migliaia di persone: circa 100mila, secondo quanto ha detto dal palco l’assessore alle politiche sociali del comune di Milano Pierfrancesco Majorino.
La manifestazione però ha rischiato di essere annullata a causa delle proteste e delle polemiche da parte del centrodestra. Ad aver alimentato le polemiche l’aggressione alla Stazione Centrale di Milano in cui sono rimasti feriti due militari e un agente di polizia: “C’è tantissima gente, come si fa a pretendere che tutti la vedano allo stesso modo? Sono contento, vivo in una grande città con tante contraddizioni. Io però sono qui per testimoniare da sindaco di Milano e da cittadino il senso di questa mia presenza” ha affermato il sindaco Sala in risposta alle richieste di annullamento della manifestazione.
Tra tutti è Matteo Salvini della Lega Nord ad andarci giù pesante: “È una manifestazione a favore dell’immigrazione di massa – ha detto Matteo Salvini -. Una pagliacciata che rende contenti solo gli scafisti e certe cooperative. È un insulto ai poliziotti feriti, agli italiani aggrediti, agli immigrati regolari perbene e ai sette milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà”.
Manifestazione da sospendere anche per il presidente lombardo Roberto Maroni, e per il capogruppo di FdI in Regione, Riccardo De Corato che ha parlato di “parata della illegalità: clandestini, centri sociali, anarchici”.
Le risposte arrivano non solo dal sindaco di Milano, che tra l’altro ha reso noto che l’aggressore è figlio di una donna italiana e quindi non si tratta di uno straniero, ma anche dal presidente del Senato Grasso che ha detto che “integrare gli stranieri che hanno diritto a vivere nel nostro Paese non è un regalo, non è una manifestazione di generosità, serve a rendere il Paese più forte. Chi è escluso dalla vita comune, chi non esercita i diritti di cittadinanza, chi è rinchiuso nelle periferie esistenziali delle nostre città è più debole, e quindi più vulnerabile al radicalismo ideologico e all’illegalità”.
Tra gli striscioni è simbolica la presenza di un gommone proprio come quelli utilizzati dagli stessi migranti per attraversare il Mediterraneo con circa 20 bambini di diversa etnia. Inoltre non manca la corposa presenza dei gruppi di profughi ospitati in vari centri d’accoglienza insieme agli 80 sindaci dell’area metropolitana di Milano, tutti in fascia tricolore, che hanno firmato con il ministro dell’Interno, Marco Minniti, il protocollo per l’accoglienza diffusa, e il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. La presenza è massiccia, la manifestazione è un successo e tutto è andato bene senza alcun disordine a parte un piccolo episodio di tensioni a causa di alcuni militanti dei centri sociali. La contestazione ha preso di mira il Pd definito ‘la peggior destra’, ripetendo che la presenza del Pd è fuori luogo poiché sostiene la legge Minniti-Orlando.
“Milano oggi esprime il futuro del Paese. Più integrazione e più legalità danno più sicurezza”, ha commentato Emma Bonino, che ha chiesto il superamento della legge Bossi-Fini. “Dobbiamo imparare a rimanere umani. Di queste persone ne abbiamo bisogno, lavorano nelle nostre case, nei nostri campi, nelle nostre imprese e vanno a scuola con nostri bambini” ha detto l’esponente dei radicali.
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