L’uomo li ha uccisi perché la donna lo rifiuta. Le vittime avevano 29 e 3 anni
Un duplice delitto davvero terribile, soprattutto per la freddezza con cui l’assassino si è accanito sulla seconda vittima, il piccolo Leandro di soli 3 anni. Tutto si è consumato la notte di lunedì 3 marzo quando hanno perso la vita la 29enne dominicana Libanny Meja Lopez e il suo bambino, Leandro di tre anni, barbaramente uccisi nel loro appartamento. Il caso è stato risolto in dodici ore e per il duplice omicidio ha confessato Victor Hugo Menjivar, 37enne salvadoregno. Il motivo, ha detto, è stato il rifiuto della donna alle sue avance. Victor Hugo Menjivar, che era stato ospite a cena dalla donna, aveva portato per la serata anche suo figlio, un bambino di cinque anni, amico e compagno di giochi del piccolo Leandro. La madre e il figlioletto sono stati uccisi crudelmente e senza pietà nella loro casa. All’assassino non gli è bastato solo colpire la donna, ma ha sgozzato entrambi, senza risparmiare il piccolo: Libanny è stata trovata nel suo appartamento, nuda, in una pozza di sangue riversa per terra nel salotto. Leandro, suo figlio, è stato trovato in bagno, con in dosso il pigiamino per la notte e messo su un fianco. Sembra che il piccolo abbia tentato di scappare dalla furia dell’assassino dopo aver assistito all’omicidio della madre, ma come se non fosse abbastanza quell’orrore, l’assassino lo ha raggiunto nel bagno dove aveva cercato di nascondersi e lo ha sgozzato come alla madre “perché – ha spiegato – era un testimone scomodo”.
Nell’appartamento era presente anche il figlio dell’assassino che nel frattempo, impaurito, si è chiuso nella cameretta di Leandro. Dopo aver dato sfogo alla furia omicida, Menjivar ha preso il figlio, le birre, il coltello da cucina di 15 centimetri con cui ha compiuto il delitto ed è scappato. Ha cercato di nascondere il coltello in un cespuglio, di far disperdere le sue tracce, ma tante persone sapevano della cena e subito poco tempo dopo gli investigatori arrivano a lui. Il ritrovamento dei due corpi è avvenuto martedì pomeriggio quando la madre 51enne di Libanny, preoccupata perché sua figlia non rispondeva al telefono, è andata a casa della figlia trovando la porta chiusa ma non a chiavi. Le urla della madre davanti alla terribile scena hanno avvertito i vicini, che hanno chiamato le forze dell’ordine. Un’anziana che vive nello stesso condominio ha raccontato di aver “sentito solo poche parole: l’hanno ucciso, l’hanno uccisa!”. Si tratta di un condominio nella zona di Giambellino a sud-est di Milano, un quartiere che già in passato non è passato inosservato per la “mala” milanese e lo spaccio di droga. Alle 4 di notte di mercoledì, dopo più di cinque ore di interrogatorio, il salvadoregno amico di famiglia delle vittime ha ammesso il duplice delitto davanti al procuratore aggiunto Alberto Nobili e al Pm Gianluca Prisco. Era stato interrogato anche il compagno Libanny che non conviveva costantemente con la vittima, ma che sin da subito era risultato completamente estraneo alla vicenda. Confessando, il salvadoregno ha spiegato che ha perso la testa dopo che i due avevano “bevuto 25 Corona” e dopo che hanno ballato lui ha provato delle avance mettendole le mani addosso, trovandosi il brusco rifiuto della donna che lo ha allontanato schiaffeggiandolo. Fu a questo punto che l’uomo dice essere impazzito e di aver commessi gli omicidi, prima la madre e poi il piccolo.
“Ho perso la testa” sono state le sue parole e ha aggiunto anche il particolare che, ha fatto tutto questo, nonostante ci fosse con lui il figlio, un bambino di soli cinque anni che ha assistito alla furia omicida del padre. Menjivar è un uomo sposato, sua moglie, amica della vittima, è incinta del secondo figlio ed era rimasta a casa perché non si sentiva bene.