Numerose le reazioni in varie parti del mondo registrate dal sito swissinfo.ch circa l’iniziativa contro l’edificazione di minareti in Svizzera. Molti i commenti in arabo, ma anche in francese, tedesco e inglese; meno quelli in italiano, in spagnolo e portoghese. In cinese e giapponese le opinioni mancano quasi completamente. È un dato importante che evidenzia come il tema dei minareti non interessi allo stesso modo tutto il mondo.
Le prime reazioni provenienti dal mondo mussulmano sono di incredulità e di incomprensione. «Sembra che i mussulmani siano di fronte ad una nuova inquisizione in Europa», scrive un marocchino. «Sono sorpreso da questa legge razzista, soprattutto in Svizzera, paese che si considera neutrale», aggiunge un algerino. Un altro si augura invece «che il governo impedisca questa decisione ingiusta».
Non è semplice capire i complessi meccanismi, tipicamente svizzeri, dell’iniziativa popolare: non è una legge e non sarà il governo federale bensì il popolo ad avere l’ultima parola.
In arabo il maggior numero dei commenti è naturalmente contrario all’iniziativa. Nelle altre lingue invece due terzi sono favorevoli all’iniziativa, mentre il restante terzo non si oppone alla costruzione di minareti. L’ultimo sondaggio elettorale ha indicato invece un risultato diametralmente diverso.
«Il minareto è chiaramente un’icona della fede islamica. E la fede islamica sostiene la sottomissione delle donne. In una decina d’anni quest’idea, credetemi, averà il sopravvento: quando l’Islam sarà predominante, chiederà l’introduzione della sharia e altri anacronismi del settimo secolo», scrive un’americana. Non è la sola a temere l’islamizzazione dell’Occidente. «Sono molto triste e anche un po’ arrabbiato quando passeggiando nelle nostre città vedo ovunque burqa e macellerie halal», sostiene un residente in Gran Bretagna.
Da Parigi, un altro lettore si lamenta delle strade attorno a Barbès «chiuse tutti i venerdì per due ore a causa delle preghiere mussulmane». E così di seguito. Donne con il velo, indottrinamento dei bambini per farne dei terroristi, la circoncisione e i delitti d’onore: paure suscitate (a torto o a ragione) dall’Islam e dal minareto. Quest’ultimo è il suo simbolo più appariscente e, secondo un lettore, «segnala che un territorio è stato conquistato e che sottostà alla legge islamica».
Dalla Turchia, un lettore esorta la Svizzera ad accettare l’iniziativa perché «in Europa ci sono numerosi esempi delle conseguenze disastrose causate dalle concessioni fatte alle incessanti richieste dei mussulmani». Secondo lui, vietare la costruzione dei minareti aiuterebbe la Svizzera a «evitare questo cammino suicida dal punto di vista culturale».
Un internauta belga ringrazia l’UDC «perché sta difendendo la civiltà cristiana europea, oggi gravemente minacciata». «La cultura mussulmana è estranea all’Europa e i mussulmani europei devono accettare questa situazione e cercare di integrarsi, altrimenti per il continente si prospettano tempi difficili», aggiunge un lettore dal Libano.
«E se voglio edificare una chiesa in Arabia Saudita?» La reciprocità è un argomento ricorrente nelle domande in tutte le lingue e in tutti i paesi, compresa la Cina. Molti lettori da Egitto, Libia, Sira, Marocco e anche dalla Palestina ricordano tuttavia che alle loro latitudini il minareto e il campanile convivono fianco a fianco.
E gli adoratori dei puffi? Coloro che metteranno un «no» nelle urne il 29 novembre invocano soprattutto la libertà di culto e «non vogliono fare agli altri ciò che non vorrebbero fosse fatto a loro». «Bisogna rispettare le convinzioni degli altri e dare un luogo di culto anche agli adoratori dei puffi», scrive uno svizzero.
«La Svizzera, per l’appunto, non è l’Arabia saudita e rispetta i diritti umani. Mi sembra che i sostenitori dell’iniziativa, in nome della difesa dell’Occidente, vogliano gettare alle ortiche proprio quei valori fondamentali su cui l’Occidente si basa», aggiunge un altro.
Dall’Uruguay, una religiosa cattolica si rammarica di non poter venire in Svizzera a votare per contribuire così «a salvare dall’intolleranza un paese, che ha saputo essere aperto». «Qual è il problema con i minareti?», si chiede invece un lettore degli Stati Uniti. «Se avete fiducia nella vostra cultura, nelle vostre tradizioni e nella vostra religione, non vi dovete sentire minacciati da un altro gruppo che cerca di proporre qualcosa di nuovo. Forse questo dibattito la dice più lunga sul declino della cultura svizzera che sull’espansione della cultura mussulmana in Svizzera…». Altri criticano aspramente l’UDC perché «razzista, xenofobo» e anche «fascista» e perché fa leva sulla paura nei confronti dell’Islam «come Hitler si servì della paura del popolo nei confronti degli ebrei».
Alla fine, ci sono coloro che preferiscono vedere l’orizzonte privo di campanili e minareti. «Meno religioni ci sono e minore è il rischio di conflitti», scrive uno svizzero che dice «no» all’«iniziativa che vuole impedire la costruzione dei minareti e dare importanza alla religione». «Penso che soltanto attraverso la tolleranza, si possa esigere il rispetto degli altri. E francamente, il nostro vecchio campanile, che ci frantuma i timpani alle nove della domenica mattina, non è molto meglio», aggiunge un rossocrociato.
Per un altro svizzero infine, il paese «che continua ad attuare una politica deplorevole a livello sociale», ha indubbiamente altri problemi da risolvere in un periodo di crisi economica che quello dei minareti.
swissinfo.ch
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