Addio alla giungla dei prezzi che, per una stessa siringa, vedeva una Asl spendere anche il 135% in più di un’altra azienda, oppure pagare uno stent coronarico quasi 700 euro
L’Osservatorio dei contratti pubblici, infatti, ha messo a punto i primi prezzi di riferimento. Al momento la rilevazione riguarda 116 prezzi di riferimento ottenuti dalla disaggregazione, per dosaggio e forma farmaceutica, di 69 principi attivi di uso ospedaliero. Ma a breve l’Osservatorio fisserà i ‘giusti prezzi’ anche per i dispositivi medici e per i servizi di pulizia, lavanderia e ristorazione. Il controllo della spesa sugli acquisti dei beni e servizi, anche se importante, non è l’unica strategia messa in atto dal ministro Beatrice Lorenzin per rilanciare il Servizio sanitario nazionale. Lo scorso luglio, Governo e Regioni hanno messo a punto un documento che ridisegna la sanità del prossimo triennio: il Patto della Salute. Un’intesa che affronta a 360 gradi l’universo sanità e che comprende, tra l’altro: fondo sanitario certo per i prossimi tre anni, riforma dei ticket, riorganizzazione della rete ospedaliera, più cure sul territorio, nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), revisione del prontuario farmaceutico, numerico unico per l’emergenza. In Italia il 70% delle ricette per esami, visite specialistiche, analisi di laboratorio, lastre, risonanze, ecografie e altre prestazioni di diagnostica strumentale è con esenzione del ticket: 145 milioni su 207 mln. Una percentuale che in alcune regioni raggiunge vette da record: 86% in Campania, 84% in Calabria, 82% in Puglia, 80% in Sicilia. Una valanga di ricette ‘no ticket’, di cui poco meno della metà (67 mln su 144) per motivi legati al basso reddito dei cittadini. È quanto emerge dall’analisi della Direzione generale del sistema informativo e statistico del ministero della Salute sul flusso delle ricette di specialistica ambulatoriale nel 2012.
Dati significativi, che in periodi di tagli e spending review fanno riflettere. E che spingono Governo e Regioni a una riforma dell’intero sistema. Non è un caso che uno dei primi punti del Patto della salute – il documento che riforma la sanità del prossimo triennio, siglato da Governo e Regioni – è proprio la riforma dei ticket sanitari. Entro il 30 novembre 2014 una commissione ad hoc si occuperà di cambiare il sistema. Le nuove regole di compartecipazione dovranno tenere conto del reddito delle famiglie. Non è escluso, ad esempio, che a chi dichiara redditi alti vengano tolte eventuali esenzioni per patologia. La questione ticket è stata affrontata anche nel corso dell’indagine conoscitiva sul Ssn, condotta dalle Commissioni riunite Bilancio e Affari sociali della Camera. Nel corso dell’indagine è stato riscontrato come “l’innalzamento dei ticket sulla specialistica, piuttosto che ridurre il numero delle prestazioni, le abbia invece trasferite sul settore privato”. Inoltre, è stato rilevato come “l’applicazione dei ticket stia di fatto escludendo le fasce economicamente più deboli della popolazione dall’accesso alle prestazioni sanitarie, in particolare a quelle di specialistica e diagnostica”. Per risolvere questo problema “è stata quindi proposta la fissazione di una franchigia, calcolata in percentuale del reddito, fino al concorrere della quale si dovrà pagare interamente secondo le attuali tariffe ogni prestazione sanitaria fruita nel corso dell’anno; tale franchigia potrebbe anche essere progressiva, gravando di meno sui redditi bassi e di più su quelli elevati. Superata la franchigia le prestazioni sarebbero invece gratuite”.
Quello che balza agli occhi analizzando i dati è che circa la metà delle prescrizioni ‘no ticket’ è legata all’esenzione per reddito: 67 mln su 144,8 mln. Ad esempio in Campania, su 11 mln di ricette con esenzione, ben 6,2 mln lo sono per motivi di reddito. Più o meno lo stesso in Sicilia: su poco meno di 11 mln di ricette sulle quali non si paga ticket oltre 6 mln sono esenti per reddito.
Nel Lazio su 14,7 mln di prescrizioni con esenzione 6,6 mln lo sono per reddito; in Calabria ben 2,5 mln su 4,3 mln. A chiedere l’esenzione per motivi economici non sono però solo i cittadini del Sud. Al Nord, anche se con percentuali un poco più basse, sono tante le ricette esenti dal ticket per reddito. L’analisi del ministero prende in esame anche le altre tipologie di esenzione: patologia, malattia rara, invalidi di guerra e condizione. Gli esenti per condizione sono gli invalidi (ad eccezione degli invalidi di guerra per i quali è previsto un codice di esenzione specifico), i ciechi assoluti, i sordomuti, gli infortunati sul lavoro o affetti da malattie professionali, le donne in stato di gravidanza (dalla 1° alla 41° settimana), i detenuti e gli internati, gli obiettori di coscienza in servizio civile, i soggetti ai quali vengono effettuate prestazioni diagnostiche per screening, e i cittadini extracomunitari non in regola privi di risorse economiche ai quali vengono effettuate prestazioni ambulatoriali urgenti.