Nuovi test da parte della Corea del Nord come protesta contro le manovre militari in corso tra Corea del Sud e Stati Uniti
Sempre più tesa la tensione nel mar del Giappone dove sono finiti tre dei quattro missili balistici lanciati lunedì 6 marzo dalla Corea del Nord. Secondo quanto riportato dalla prima agenzia sudcoreana che ha dato la notizia per prima, alle 7:36 dell’ora locale di lunedì scorso, un “proiettile non identificato” era stato lanciato da un’area vicina al sito missilistico di Dongchang Ri ed aveva attraversato la Corea del Nord prima di cadere nel Mar del Giappone senza provocare danni, percorrendo una distanza di circa 1.000 km.
Successivamente è stato proprio il Giappone a confermare del lancio di quattro missili aggiungendo che ben tre sono arrivati nella zona economica esclusiva giapponese. ”Stiamo facendo le verifiche per determinare il tipo di missile e la traiettoria seguita: ci vorrà un po’ di tempo per un’analisi finale”, hanno fatto sapere i militari di Seul. Già il venerdì precedente al lancio Pyongyang aveva minacciato una serie di test balistici in risposta alle esercitazioni annuali congiunte di Usa e Corea del Sud, denominate Foal Eagle, che si svilupperanno per due mesi e che si chiuderanno a fine aprile.
Il premier Shinzo Abe ha riferito di avere inoltrato una “dura protesta” nei confronti di Pyongyang. Tokyo accoglierebbe questo evento come una “nuova fase di minacce” e costituisce “una grave minaccia alla nostra sicurezza nazionale” e per questo motivo il gesto non passerà inosservato. I continui lanci di missili da parte di Pyongyang, ha affermato Abe, “sono un atto di provocazione per la sicurezza nazionale” del Giappone e “una chiara ed inaccettabile violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite” e “chiede con forza” alla Corea del Nord di astenersi da atti simili. Anche gli Usa hanno condannato con forza i lanci e riaffermato l’impegno a difendere gli alleati attraverso il Dipartimento di Stato, Washington si dice “pronta ad usare la piena gamma di capacità a nostra disposizione contro questa crescente minaccia”. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Mark Toner ha invitato tutti i Paesi a usare ogni canale possibile e mezzo di persuasione per rendere chiaro alla Corea del Nord che ulteriori provocazioni sono da ritenersi inaccettabili, tali da provocare conseguenze.
Inoltre ha invitato Pyongyang ad adempiere agli obblighi internazionali e a mostrare l’impegno per il ritorno al dialogo sulla denuclearizzazione. Toner in una dichiarazione riportata da Abc News, specifica che un tale atto “viola le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu che proibiscono esplicitamente alla Corea del Nord l’uso di tecnologia missilistica balistica”. E anche se il Norad, il Comando per la difesa aerospaziale del Nord America, ha stabilito che il lancio dei missili nordcoreani non ha costituito una minaccia per il continente nordamericano, gli americani ribadiscono la loro ”determinazione a difendere gli alleati, inclusi Corea del Sud e Giappone, di fronte alle minacce resta inattaccabile.
Siamo pronti e continueremo a prendere tutte le misure necessarie – ha concluso Toner – per aumentare la nostra prontezza a difesa dei nostri alleati dagli attacchi e siamo preparati all’uso di tutte le nostre capacità per rispondere alle minacce crescenti”. Solidarietà al Giappone e alla Corea del Sud dal Consiglio europeo arriva per voce dell’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, che nella riunione del Consiglio Affari esteri che si è svolta lunedì a Bruxelles ha delineato le proposte che i ministri degli Esteri e della Difesa Ue discuteranno nel corso della riunione, per rendere l’Ue “più credibile, più affidabile e più forte anche nel campo della sicurezza e della difesa”.
L’Unione Europea condanna i nuovi lanci che “dimostrano ancora una volta che le minacce che il mondo sta affrontando sono gravi ed è necessario che l’Unione europea sia un protagonista, rispetto alla questione della sicurezza, serio e affidabile, ovviamente nella nostra regione rispetto ai i nostri vicini, ma anche in luoghi lontani”. Anche la Farnesina condanna il lancio dei missili e afferma che la Corea del Nord “deve abbandonare lo sviluppo di un arsenale missilistico e nucleare e interrompere il cammino intrapreso di sfida della comunità internazionale e di auto-isolamento. L’Italia è pronta a contribuire a una risposta ferma e coesa della Comunità Internazionale”.
Nel frattempo, in giornata la Corea del Sud ha dato il via al pronto coordinamento con Usa e Giappone: Kim Kwan-jin, capo dell’Ufficio sulla sicurezza nazionale, ha raggiunto telefonicamente l’omologo americano H.R. McMaster, al fine di valutare una risposta comune verso l’ultima provocazione del Nord con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione con gli alleati per un’ulteriore stretta alle sanzioni e per esercitare maggiori pressioni sulla Corea del Nord, secondo quanto riferisce l’agenzia Yonhap.