Un tempo vi erano i revisionisti che, per quanto assurdi, attraverso studi approfonditi, teorie e pubblicazioni, avevano l’ardire di smentire e reinterpretare gli eventi più significativi della storia contemporanea. In modo particolare erano alcuni avvenimenti connessi al nazismo nel mirino di certi studiosi che si affannavano a negarne l’esistenza, per esempio, si cercò di sollevare i nazisti dalle loro responsabilità, si cercò di negare l’esistenza dell’Olocausto e delle camere a gas. Anche il “Diario di Anna Frank” fu considerato una contraffazione ad opera del padre, unico superstite della famiglia che si premurò di portare alla luce gli scritti della figlia. Quando il revisionismo rivelò la sua vera natura assolutamente negazionista dei fatti che riguardavano la Shoah, i ministri della Giustizia dell’Unione Europea decisero, finalmente, di approvare nel 2006 il reato di “apologia in pubblico o negazione, banalizzazione volgare del genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”. L’anno dopo l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato un testo nel quale tutti gli stati membri devono rifiutare ogni negazione sull’evento storico della Shoah. Capitolo chiuso. Invece no, il negazionismo si sta affermando e diffondendo più che come corrente… come vero e proprio stile di vita. Negare sempre, negare tutto, anche l’evidenza. È ormai questo il motto dei più ferventi negazionisti degli ultimi tempi, che non hanno nulla a che vedere con i loro lontani parenti, i primi revisionisti, dei quali hanno perso il proposito di sostenere le loro assurde convinzioni attraverso delle teorie, a loro dire, giustificabili. I nuovi negazionisti sono sfacciatamente assurdi, non preoccupandosi minimamente di non avere teorie simil credibili che possano convalidare le loro convinzioni. Pensiamo ai terrapiattisti che negano la verità cosmica. Loro ci facevano ridere, ma non preoccupare. Le cose si sono fatte meno divertenti (ma non meno ridicole) quando sono arrivati i negazionisti dell’11 settembre, dell’Aids; di recente i negazionisti del Covid-19, della guerra in Ucraina e, proprio per non farsi mancare nulla, perfino dell’attuale siccità o dell’implicazione ecologica nella tragedia della Marmolada. I nuovi negazionisti e i loro sottogruppi (no-vax, no-mask sono correnti del più ampio no-covid, per esempio) si attaccano a tutto pur di negare la narrazione ufficiale, inficiata da interessi economici o politici a beneficio di pochi eletti, gli stessi che hanno interesse a cambiare l’ordine mondiale. Usano molto bene i social dove diffondono e si nutrono di fake news facendo gruppo. Anche se restano (per fortuna) una minoranza, questo status attribuirebbe loro carattere di oggettività che manca alla massa soggiogata dal volere dei poteri forti. Non è vero niente, dunque. Chissà se prima o poi arriveranno perfino a negare se stessi… sarebbe finalmente la svolta!
Redazione La Pagina