Quaranta giorni prima a cento metri dal punto dove giaceva il cadavere della ragazza fu ritrovato il corpo di Eddy Castillo, ucciso per futili motivi
Il settimanale Giallo, in un articolo dedicato a Yara Gambirasio, scrive nel sottotitolo che “si attende una svolta a giorni”. E’ la svolta che anche noi avevamo preannunciato ma che non si è ancora realizzata.
In attesa della notizia dell’identificazione dell’assassino, facciamo il punto sulla situazione, perché ci sono comunque delle novità.
La prima novità riguarda il marocchino Mohammed Fikri, arrestato sulla nave che lo portava in Marocco e interrogato a Bergamo. Le modalità dell’arresto, sulla nave già in alto mare, fecero pensare che fosse coinvolto nella scomparsa di Yara, avvenuto il 26 novembre del 2010, ma in realtà l’arresto fu dovuto a delle intercettazioni tradotte male. In una, infatti, Fikri diceva: : “Perdonami Allah, non l’ho uccisa io” mentre ora si sa con certezza che aveva detto “ Speriamo che Allah ci aiuti”. In una seconda intercettazione, la fidanzata di Fikri gli aveva chiesto se la ragazza fosse stata uccisa davanti al cancello. Gl’inquirenti avevano pensato che Fikri avesse già confidato alla fidanzata l’uccisione di Yara. Ora, invece, l’esperto nominato dal tribunale ha smentito anche questa ipotesi, confermando ciò che Fikri aveva più volte ribadito, e cioè che la sua ex ragazza aveva male interpretato un servizio visto in televisione.
Dunque, il giovane marocchino dopo due anni e mezzo esce definitivamente dall’inchiesta, che si sta concentrando sull’interrogatorio di molte donne tra cui ci sarebbe anche la madre dell’assassino. Ritorna, infatti, d’attualità la pista del Dna ritrovato sugli slip di Yara. Chi ha rapito ed ucciso la ragazza è stato il figlio “segreto” di Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus morto nel 1999. Si arrivò a lui perché gl’inquirenti presero il Dna di tantissime persone, ma solo quello dei due figli di Guerinoni gli si avvicinava di molto. Siccome il padre era morto 11 anni prima, si scoprì che il suo Dna – ricavato da una marca da bollo sulla patente che si presumeva essere stata incollata con la sua saliva – si avvicinava ancora di più a quello dell’assassino, per cui si ipotizzò un figlio illegittimo. La pista degli inquirenti è stata successivamente confermata da Vincenzo Bigoni, 75 anni, che ha rivelato che il suo amico Giuseppe, molti anni fa, gli confidò che aveva messo incinta una donna di un paesino vicino. Ha detto Bigoni: “Guerinoni mi confidò di aver messo incinta una ragazza di un paese vicino. Conoscevo quella donna, cercatela e troverete la madre dell’assassino”.
Gl’inquirenti la stanno cercando. Non sappiamo se Bigoni ha rivelato il nome della donna, ammesso che sappia davvero chi sia, ma se gl’inquirenti l’hanno trovata, per l’assassino è questione di giorni o addirittura di ore. Come si riesce a sapere che lei è la madre dell’assassino? In un modo molto semplice: basta confrontare il Dna trovato sul corpo di Yara con quello della donna. Si scopriranno delle somiglianze, ma non è lo stesso Dna trovato sul corpo di Yara, perché quello coincidente al cento per cento è di suo figlio. Dunque, attendiamo.
La terza novità è che a cento metri dal luogo del ritrovamento del corpo di Yara, quaranta giorni prima, cioè il 16 gennaio 2011, fu ritrovata il cadavere di Eddy Castillo, 26 anni, ucciso per futili motivi da un operaio di 31 anni, Nicola Comi, arrestato di recente. Se il corpo di Eddy si trovava a cento metri dal punto in cui fu ritrovato quello di Yara, come mai Yara non fu vista? Furono organizzate varie perlustrazioni in tutta la zona, ma nessuno notò il cadavere della ragazza. Eppure c’era, era lì, a un centinaio di metri, appunto. Tutto questo mostra come le indagini spesso vengono svolte in maniera superficiale, approssimativa. Quando si ritrova un cadavere, le ricerche di tracce di solito vengono allargate al territorio circostante, invece, evidentemente, non fu fatto nulla di tutto questo. Se lo avessero fatto, avrebbero ritrovato con 40 giorni di anticipo il corpo di Yara.
La quarta novità è quella che non possiamo ancora annunciare, come vorremmo, perché è quella dell’identità dell’assassino. Il nostro augurio, però, è che venga presto identificato ed assicurato alla giustizia.