Un morto sul lavoro ogni otto ore e mezza in Italia
Fino a pochi giorni fa l’incidente “plurimo” sulla linea ferroviaria di Brandizzo, in provincia di Torino, nel quale hanno perso la vita cinque addetti alla manutenzione dei binari di agosto, insieme alla deflagrazione di una fabbrica di fuochi d’artificio in Abruzzo dove sono morte tre persone, sono stati gli ultimi incidenti più eclatanti sul lavoro. Allora, come accade ogni volta, si era detto “mai più” morti sul lavoro, si chiedeva una maggiore sicurezza e più controlli sul posto di lavoro e come accade spesso, dopo i primi giorni di clamore, i casi si sono presto dimenticati lasciando tutto il peso del dolore ai soli famigliari. Adesso, alla luce di quello che è accaduto lo scorso 16 febbraio con il crollo del cantiere di un nuovo supermercato della catena Esselunga a Firenze e la morte di altri 5 operai e tre feriti gravi, ci si chiede se non sia arrivato davvero il momento in Italia di discutere seriamente del problema della sicurezza dei lavoratori.
Morti bianche in Italia: bilancio disastroso
Il bilancio italiano della situazione dei morti sul lavoro è preoccupante e conta di già 145 vittime nel 2024: stiamo parlando di un anno iniziato da appena 2 mesi, poco più di 50 giorni. Se prendiamo i dati dello scorso anno, l’Inail ha registrato ben 1.041 decessi denunciati, se consideriamo gli ultimi quattro anni, dal 2020 al 2024 sono 4.622 le cosiddette “morti bianche”, ovvero un morto ogni otto ore e mezza! Si tratta di un numero esorbitante, che purtroppo non accenna a diminuire, visto l’avvicendamento di nuovi casi tra cui, appunto l’ultimo caso del crollo del cantiere di Firenze, che denota quanto sia precaria in Italia la sicurezza sul posto di lavoro.
Il cantiere della morte
L’ultimo caso è avvenuto nella mattina del 16 febbraio presso il cantiere del supermercato di una nota catena, l’Esselunga, sito nella zona Novoli di Firenze. Il problema sembra essere stato il cedimento di una trave che avrebbe causato la caduta a catena di tre solai, ma ad oggi le cause non sono del tutto chiare. Per gli operai che si trovavano sotto non c’è stato davvero nulla da fare. I corpi delle cinque vittime, di età compresa tra i 24 e i 60 anni, sono stati recuperati con molta difficoltà, addirittura l’ultimo corpo è stato estratto dopo quattro giorni, alcuni erano lavoratori irregolari, solo uno era italiano.
Sulla tragedia avvenuta a Firenze ha preso parola il vicepresidente della Camera dei Deputati Rampelli, affermando che “Se è vero che le cause del crollo non sono al momento chiare, occorre riconoscere che il tragico evento ha rimesso al centro del dibattito pubblico il tema della sicurezza sul lavoro. È senz’altro compito della politica non limitarsi a una mera denuncia, ma fornire risposte chiare e tempestive, individuando strumenti volti a mettere in campo misure efficaci a rendere effettivo e capillare il controllo della sicurezza dei cantieri”. Dopo aver ringraziato i vigili del fuoco per gli interventi eseguiti, l’assemblea ha osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime del crollo del cantiere Esselunga.
Redazione La Pagina