È tornato il terrorismo a Mosca, probabilmente con l’impronta del separatismo caucasico. Due donne kamikaze si sono fatte esplodere in altrettante stazioni della metropolitana della capitale russa nell’ora di massima affluenza. Almeno 37 persone sono morte e decine sono rimaste ferite. Le autorità hanno detto di aver già ritrovato i resti delle due kamikaze, “che probabilmente arrivavano dal Caucaso del Nord”.
Ancora non c’è stata rivendicazione, ma le autorità hanno subito puntato l’indice sull’indipendentismo islamico caucasico.
E mentre il bilancio rischia di aggravarsi, perché almeno una trentina di feriti sono in gravissime condizioni, Vladimir Putin ha avvertito: “Annichiliremo i terroristi”. Le esplosioni sono avvenute a quaranta minuti l’una dall’altra, quando la città era nel pieno del traffico mattutino: la prima alle 07:56 ora locale, l’altra alle 08:38. Teatro due centralissime stazioni della metropolitana, che sono unite da una stessa linea ferroviaria e sono a loro volta punto di transito di altre linee.
Prima la stazione di Lubyanka, che si trova proprio sotto il quartier generale dei Servizi di Sicurezza Federale (la struttura nata dalle ceneri dei servizi segreti d’epoca sovietica, il KGB): l’esplosione ha fatto saltare la seconda vettura del convoglio, appena entrata in stazione, e ci sono state vittime, almeno 23, tanto nella vettura che sulla pensilina.
Poi, l’esplosione a Park Kultury, che ha ucciso 14 persone. Secondo i media russi, una terza bomba sarebbe rimasta inesplosa. Un portavoce della commissione inquirente ha annunciato l’apertura formale di un’inchiesta per “terrorismo”, mentre il procuratore di Mosca faceva notare che gli attentati sono avvenuti con le stesse modalità (il che fa pensare ad un’identica matrice terroristica) e sono stati probabilmente realizzati da due donne con indosso esplosivo (tre chili di tritolo alla stazione di Lubianka, almeno un kilo e mezzo a Park Kultury).
Negli ultimi dieci anni la capitale russa è stata spesso nel mirino del terrorismo islamico indipendentista, ispirato dal conflitto ceceno e dall’instabilità delle repubbliche del Caucaso contro il potere di Mosca. L’episodio più grave quando i terroristi ceceni, nell’ottobre 2002, presero in ostaggio 850 spettatori al teatro Dubrovka e, al termine di un sequestro durato tre giorni, causarono la morte di 129 ostaggi. Ma negli ultimi anni la situazione si era calmata.
Gli attentati però arrivano dopo un’esplicita minaccia lanciata nei mesi scorsi sui web-site dell’auto-proclamato Emirato del Caucaso.
Il leader ribelle islamista Doku Umarov, che punta ad instaurare la ‘sharia’ nell’intera regione (Cecenia, Ingushetia, Daghestan e Ossezia del Nord) ha minacciato di tornare a colpire Mosca.
E l’attentato potrebbe essere anche la vendetta per le recenti operazioni “anti-terroristiche” condotte dalle truppe di Mosca: in particolare, in un raid compiuto nei giorni scorsi, a Nalchik, nel Caucaso del Nord, sono morti diversi guerriglieri, tra cui Anzor Asterimov, un capo ribelle molto vicino al leader Umarov.