I pedoni hanno sempre la precedenza? Sì, questo è quello che dal 1994 secondo l’Ordinanza sulle norme della circolazione stradale svizzera è regola. Concretamente è stabilito che “davanti ai passaggi pedonali senza regolazione del traffico, il conducente deve accordare la precedenza a ogni pedone o utente di un mezzo simile a veicolo che si trova già sul passaggio pedonale o che attende davanti ad esso e che visibilmente vuole attraversarlo”. Con la revisione della legge è cambiata anche la regola, secondo la quale il pedone aveva la precedenza solo se la annunciava con un segno con la mano. Secondo la legge però i pedoni sono costretti ad attraversare la strada con prudenza e per la via più breve. Contrariamente a come viene percepita la situazione nelle zone di velocità 30, non essendoci strisce pedonali, i pedoni possono attraversare la strada in qualunque punto, ma non hanno la precedenza.
Detto questo, arriviamo al più recente provvedimento in materia di sicurezza sulle strade che i nostri politici vogliono introdurre: multe per chi attraversa la strada concentrandosi sul proprio telefono. Il Consigliere nazionale Walter Wobmann dell’UDC sostiene che “come per i conducenti di un veicolo, la polizia deve intervenire energicamente anche qui con controlli”. Una multa, come la vogliono introdurre i tedeschi, non sarebbe la giusta soluzione secondo la Consigliera nazionale Natalie Rickli (UDC), non sarebbe necessario “introdurre più divieti, ma appellare all’autoresponsabilità”, reinserendo l’obbligo del gesto della mano, come nel 1994. Di un ritorno alla vecchia legge non se ne parla nemmeno secondo il TCS o l’Unione dei pedoni in Svizzera per i quali Dominik Bucheli dichiara: “È nell’interesse del pedone che si concentra sul traffico. Se succede qualcosa è lui che porta i danni più gravi”. Sarebbe più utile puntare sulla prevenzione perché: “Ogni anno 2’250 pedoni hanno un incidente, bisogna evitare questo”.
Non solo tra politici, ma anche in privato il traffico è uno degli argomenti più discussi in Svizzera e sarebbe proprio da lì che i politici dovrebbero prendere spunti. Ogni partecipante, quindi conducenti di macchine o moto, pedoni, ciclisti etc. si sente discriminato, dando sempre, ovviamente, la colpa agli altri. Quello che si vede nelle ore di punta, ma anche quando c’è meno traffico, a volte è davvero preoccupante: macchine circondate da ciclisti che provano a sorpassare in qualsiasi modo, pedoni che saltano sulle strade senza guardare, macchine che bloccano il traffico o passano con il rosso. Tutti vogliamo la stessa cosa: arrivare dalla zona A alla zona B velocemente e sani e senz’altro è vero che ognuno deve partecipare al traffico in modo responsabile e facendo attenzione.
Invece di pensare però a nuovi divieti, non è meglio pensare concretamente alla prevenzione? Non nel senso di serate informative o volantini inutili. Ma in strade adatte a tutti i partecipanti!