Lo scozzese Andy Murray, numero 2 al mondo, conquista il suo secondo Wimbledon dopo il 2013 battendo il canadese Milos Raonic, numero 7, in tre set 6-3, 7-6, 7-6 in 2 ore e 49’. È il suo terzo trionfo in uno Slam, con il US Open del 2012.
In finale Murray non si ritrova Djokovic o Federer, ma il 25enne Raonic, alla sua prima finale in uno dei quattro tornei principali. Nel ruolo di favorito Murray non mostra alcuna tensione e non concede nulla al canadese, tradito anche dall’emozione della prima. Raonic trova anche la resistenza di uno dei migliori ribattitori del tennis maschile. Murray riesce a tenere a bada il fortissimo servizio di Raonic, il quale non riesce a sfondare per la bravura dello scozzese di rispondere anche a battute oltre i 200 km orari. Negli scambi Murray ha quasi sempre la meglio per il suo gioco variabile e quando l’avversario scende a rete il suo rovescio diventa letale con meravigliosi passanti.
Sulla propria battuta Murray non soffre mai e fino al terzo set non concede mai una palla break all’avversario. Il primo set si decide nel 7° game quando lo scozzese fa il break e gli altri due al tie-break che Murray domina da grande campione con efficaci vincenti e rovesci lungolinea. Alla fine Raonic sente la stanchezza per le due gare vinte al quinto set con Goffin e Federer, ma sull’erba di Londra nella finale 2016 Murray è stato di un’altra categoria giocando una partita quasi perfetta, che chiude al secondo match point.
Il 29enne scozzese imbattuto sull’erba quest’anno proverà a ripetersi a New York per vincere due Slam nello stesso anno, mentre Raonic dovrà dimostrare e confermare i progressi fatti grazie alla cura dei suoi tre coaches Mc Enroe, Piatti e Moya anche in futuro, per raggiungere il successo in uno Slam, che meriterebbe dopo l’ottimo torneo londinese
G.S.
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