La Juventus festeggia con goleada, Napoli in Champions League e Roma ai preliminari, speranza Europa per il Sassuolo, crollo delle milanesi, Carpi terza retrocessa
Missione compiuta per il Napoli che difende il 2° posto e approda direttamente ai gironi di Champions League. A coronare il traguardo, il record storico di Gonzalo Higuain che con la tripletta al Frosinone ha raggiunto le 36 reti in un campionato superando il record di Nordahl. Grande merito va a Maurizio Sarri (una sorpresa) per la rinascita dell’argentino che ha giocato una strepitosa stagione anche sul piano della determinazione e della lotta
trascinando la squadra. Non è bastato per lo scudetto, ma se Sarri e Higuain rimarranno (cosa probabile) il Napoli potrà tentare con più decisione di sfidare la Juventus per lo scudetto, rafforzandosi dovutamente soprattutto in difesa, che in Italia è la premessa per raggiungere ambiti traguardi. La stagione positiva con il record di punti “obbliga” il presidente De Laurentis a costruire un Napoli capace di fare il salto di qualità, seguendo la strategia del prima vendere e poi investire.
La gestione Spalletti ha portato 46 punti in 19 gare, una media scudetto. Spalletti ha rivitalizzato la Roma, che con Garcia era partita per vincere lo scudetto e invece si è impantanata in una situazione ingestibile. La programmazione della prossima stagione prevede ancora un anno di contratto a Totti, che gestito con cinismo, e qualche litigio, da Spalletti, ha trascinato la Roma in Champions con i suoi gol, la partenza di Pjanic e forse di Naingollan e Dzeko da compensare e la costruzione intorno a El Shaarawy e Perrotti e qualche innesto in difesa. Ma come le altre squadre che inseguono la Juventus, anche la Roma deve prima vendere e poi essere brava a rafforzare la rosa con giocatori adatti e poco costosi.
Per Napoli e Roma la Juventus non è lontanissima, ma ha più capacità e migliori strategie di agire sul mercato per costruire una squadra ancora più forte dell’attuale. Difatti la Juventus sottolinea il suo domino assoluto con un 5-0 alla Sampdoria. La Juventus festeggia lo scudetto con un’altra prova di carattere, riprendendosi subito dopo la sconfitta di Verona per preparare al meglio la finale di Coppa Italia contro il Milan il 21 maggio, dove è favoritissima. Nota positiva della stagione juventina, Dybala che ha segnato 19 reti, è stato protagonista di molti assist ed ha sostituito perfettamente Tevez, confermando di valere tutti i 40 milioni spesi per acquistarlo dal Palermo. L’argentino ha molti margini di miglioramento e sarà il perno sul quale si costruirà il futuro della Juventus, che punterà molto sulla conquista della Champions League.
Un plauso al Sassuolo che termina al 6° posto il campionato, battendo l’Inter, e ora spera nella vittoria della Juventus in Coppa Italia per accedere ai preliminari di Europa League. Sarebbe un premio all’organizzazione della società, che ha un nucleo di giocatori italiani allenati dall’emergente Di Francesco che fa un calcio pimpante sempre in cerca dell’offensiva. Il Sassuolo ha saputo valorizzare tanti giovani da Sansone a Berardi. È la ricca provincia che è capace di programmare con serietà e questa stagione può essere il salto di qualità dell’ascesa strabiliante e magari attrezzarsi per
tentare di lottare per i primi tre posti.
La scelta di esonerare Mihajlovic per Brocchi è stata una scelta sbagliatissima di Berlusconi. I risultati lo confermano: la caduta al 7° posto e la difficilissima finale di Coppa Italia che lascerebbe fuori dall’Europa i rossoneri in caso di sconfitta. La decisione ha accelerato la distruzione del Milan che ora appare salvabile solo se Berlusconi si deciderà di vendere il club. Il tracollo con Brocchi è evidente: squadra anarchica e senza identità alcuna, mentre con Mihajlovic il Milan aveva una sua fisionomia imperniata su un 4-4-2 e aveva capito le qualità della rosa. Contro la Roma non c’era proprio nulla e i tifosi, spazientiti, hanno applaudito ironicamente gli avversari. Infierire sull’Inter invece non è più opportuno. Partita con altre ambizioni si è dovuta accontentare del 4° posto, ma la situazione nerazzurra è leggermente migliore e anche se il futuro è una scommessa, le basi per migliorare ci sono. L’Inter non è ancora nata e se sarà Mancini (molti sbagli e tanta confusione) a riportare l’Inter ai livelli alti del calcio italiano si saprà nelle prossime settimane. Rivoluzionare per l’ennesimo anno resta l’unica via per riportare Milano al suo grande passato pieno di successi.
Alla fine è il Carpi ad accompagnare Frosinone e Verona in serie B. Le due matricole erano arrivate in serie A per la prima volta, tra lo scetticismo di alcuni, arricchendo la massima serie di quella sana provincia fatta di gente seria ed entusiasta. Sono rimaste in corsa a lungo, il Carpi ha lottato fino all’ultimo minuto, vincendo a Udine e sperando nel Verona che è quasi riuscito nell’impresa di pareggiare a Palermo.
Il Frosinone si è arreso alla penultima giornata, ma si è tolto alcune soddisfazioni pareggiando addirittura sul campo della Juventus. Le due piccole società vanno ringraziate per l’impegno e la serietà, supportate con passione dai propri tifosi in stadi sempre pieni e che hanno applaudito i giocatori nonostante la retrocessione, ma dopo una stagione dignitosa. Elogi a entrambe per aver riportato in A il calcio di provincia, nella sua essenza più pura che sa scrivere qualche pagina si sport da favola.
Al Palermo è riuscito il miracolo di restare in A dopo tutti i problemi di una stagione maledetta, con innumerevoli cambi di allenatori e di contestazioni perpetue. Hanno dovuto soffrire fino all’ultimo i siciliani vincendo 3-2 con il Verona in casa, che ha fatto il suo dovere onorando l’impegno. Passata la paura, ora è tempo di ricostruzione, probabilmente senza il presidente Zamparini, che in questa stagione si è dimostrato inadeguato al calcio con la sua mentalità da padrone all’antica.
Dopo Luca Toni dice basta anche Totò Di Natale, a 39 anni. Grande giocatore, dal calcio puro e tecnicamente molto dotato, è stato un dei centravanti italiani più prolifici. Lascia dopo 12 anni all’Udinese (alla quale è rimasto fedele) segnando su rigore l’ultimo dei suoi 209 gol in serie A, dei quali 191 con la maglia dell’Udinese. Ha vinto la classifica marcatori nel 2010 e 2011 e vanta 42 presenze in Nazionale con 11 reti.
38° Giornata
Juventus-Sampdoria 5-0, Napoli-Frosinone 4-0, Milan-Roma 1-3, Sassuolo-Inter 3-1, Genoa-Atalanta 1-2 Empoli-Torino 2-1, Chievo-Bologna 0-0, Palermo-Verona 3-2, Lazio-Fiorentina 2-4, Udinese-Carpi 1-2
G.S.
foto: Ansa