Con quasi un addobbo elettrico di Natale su tre che rischia di esplodere o dare la scossa è meglio scegliere per l’albero una decorazione al naturale che riduce i rischi, garantisce originalità e contribuisce a migliorare l’ambiente e a salvare il clima, soprattutto in occasione della Conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici.
È quanto afferma la Coldiretti per quanto riguarda la realizzazione dell’albero di Natale nelle case italiane, in riferimento all’allarme lanciato da uno studio della Commissione europea secondo il quale circa il 30 per cento delle luci di Natale sul mercato comunitario ha grossi difetti di fabbricazione.
Si tratta per la maggioranza di materiale che proviene dalla Cina che, oltre ad essere causa di pericolo, comporta anche un dispendio energetico che – sottolinea la Coldiretti – può essere evitato utilizzando prodotti naturali in grado di dare comunque luminosità ai 6,5 milioni di abeti veri che superano quest’anno i 4 milioni di piante di plastica acquistati dalle famiglie italiane.
Una soluzione per distinguersi in originalità, fantasia e creatività è quella – suggerisce la Coldiretti – di ricorrere ad addobbi naturali come mele di diverso colore, rosse, gialle e verdi, che danno ugualmente “luce”, senza aver bisogno di elettricità, e kiwi ed agrumi come arance, limoni, mandarini e clementine che non ammuffiscono se, per appenderli, si fa passare un filo al centro del frutto, dove non c’è polpa.
Invece di usare le solite sfere artificiali, lampadine e fili di plastica come decorazioni – continua la Coldiretti – si possono utilizzare pigne da colorare a piacimento e frutta secca come castagne e nocciole.
Per finire, invece dei soliti fili argentati o dorati si possono utilizzare ghirlande di fiori fatte con gerbere e lilium in diverse tonalità di colore. Il procedimento non è difficile, basta infilare fiori e foglie con del filo metallico cercando di dargli la forma di un cordoncino da appendere all’albero per renderlo sicuramente un albero d’autore.
L’acquisto di un abete vero, a differenza di quanto spesso si crede, è una scelta molto più ecologica. Gli alberi finti di plastica – sostiene la Coldiretti – arrivano molto spesso dalla Cina e non solo consumano petrolio e liberano gas ad effetto serra per la loro realizzazione e il trasporto, ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente. A differenza, l’acquisto dell’albero vero aiuta l’ambiente in quanto deriva per circa il 90 per cento da coltivazioni vivaistiche specializzate che occupano stagionalmente oltre mille aziende agricole, situate soprattutto in Toscana, Veneto o Friuli, con il restante 10 per cento (cimali o punte di abete) che sono il frutto della normale pratica forestale che prevede interventi colturali di “sfolli” e diradamenti indispensabili per lo sviluppo e la sopravvivenza del bosco.
“Si tratta quindi – continua la Coldiretti – di una coltivazione che, nel rispetto del delicato equilibrio dell’ambiente, può rappresentare una ideale forma di utilizzo di terreni marginali di media collina e montani. Aree fragili dal punto si vista ambientale dove – precisa la Coldiretti – mantenere il terreno lavorato significa garantire la capacità di assorbire la pioggia in profondità prima di respingerla verso valle, evitando i pericoli delle frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie diminuisce il pericolo d’incendi.
L’acquisto di un albero Made in Italy aiuta dunque – sostiene la Coldiretti – l’ambiente e l’economia nazionale anche se si registrano notevoli importazioni dai Paesi dell’Est europeo (in particolare la Romania) che stanno fortemente incrementando le esportazioni di prodotti di bassa qualità che raggiungono il nostro paese attraverso il trasporto con mezzi inquinanti per essere venduti dai centri della grande distribuzione che spesso spingono anche verso l’abete di plastica”.
Il costo dell’acquisto dell’albero vero varia notevolmente su valori che vanno dai dieci euro fino addirittura a più di 500 euro a seconda delle dimensioni, della varietà e del vaso in cui è riposto l’albero.
L’usanza di ornare un albero sempreverde in occasione del Natale – ricorda la Coldiretti – è originaria della Germania del VII secolo, dove gli abitanti erano soliti addobbare le querce con pietre colorate che col passare del tempo vennero sostituite con ghirlande, nastri e frutti colorati. Questa pratica venne sempre più collegata alla festività del Natale al punto che si finì per sostituire le querce con gli abeti in quanto la loro forma triangolare poteva simboleggiare la Santissima Trinità. Questo rito – conclude la Coldiretti – già comune alla fine dell’Ottocento in Nord Europa e negli Stati Uniti, si è diffuso rapidamente in Italia a partire dagli anni ‘50, tanto che oggi l’Albero di Natale viene allestito nella maggior parte delle famiglie.
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