Minivocabolario di Paolo Tebaldi
Provvedimento con cui uno straniero ottiene il diritto di cittadinanza nel paese in cui è emigrato. Generalmente tale atto giuridico è rilasciato dalle autorità dello Stato ospitante purché vengano soddisfatte determinate condizioni come la fedina penale pulita, la nascita o la permanenza sul territorio per un lungo lasso di tempo, il matrimonio con un partner indigeno, la conoscenza della lingua del posto, l’accettazione delle norme e delle consuetudini locali.
La concessione della cittadinanza varia da nazione a nazione. In Italia la si accorda se l’interessato risiede stabilmente nella Penisola da almeno dieci anni, ridotti a quattro per i cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea. L’Argentina è più generosa e richiede due anni, tre il Canadà. Nei Paesi Bassi ne occorrono 5 consecutivi. Negli Stati Uniti d’America vige lo jus soli (diritto del suolo), cioè ogni persona che nasce in loco diventa automaticamente cittadino americano. Una regola tuttavia contestata da diversi ambienti che preferirebbero sostituirla con lo jus sanguinis, applicabile ai figli partoriti da un genitore statunitense. Il diritto del sangue, con una dsciplina che si differenzia da nazione a nazione e la cui casistica non stiamo qui ad approfondire, viene garantito in diversi paesi europei comprese l’Italia, la Spagna, la Germania, l’Austria. Lo jus soli è in vigore anche in Sudamerica, in Australia e nel Canadà. Lo troviamo dal 1994 in Francia e in Gran Bretagna lo acquisisce chi viene al mondo anche avendo un solo genitore che sia già cittadino inglese al momento della nascita. Non esiste in Svizzera lo jus soli.
La cittadinanza è data a chi, indipendentemente dal fatto che sia nato o meno nella Confederazione. è figlio di padre o madre elvetici, se coniugi, o di sola madre rossocrociata, Chi è sposato almeno da tre anni con un partner indigeno e risiede in Svizzera da almeno cinque anni può essere naturalizzato con procedura semplificata. Tuttavia deve dimostrare di essere ben integrato nel sistema di vita della patria di Guglielmo Tell. Fuori da questi requisiti, la richiesta di naturalizzazione passa attraverso un percorso burocratico che coinvolge i comuni, i cantoni e lo Stato federale. Può essere avanzata da un residente che sia vissuto sul territorio ininterrottamente per almeno 12 anni e negli ultimi 3 o 5 anni prima della richiesta; sia inserito positivamente nel contesto socio economico in cui vive; abbia familiarità con le tradizioni e i costumi del posto; si comporti osservando le leggi; non rappresenti un pericolo per la sicurezza interna ed esterna della nazione; parli correttamente una lingua nazionale. Il perseguimento della cittadinanza è abbastanza difficile e nel corso degli anni la questione è stata ampiamente dibattuta trovando un elettorato poco disponibile che ha sempre rifiutato ogni forma di miglioramento della legislazione. Nel referendum del settembre 2004 gli elettori hanno respinto le proposte miranti sia a dare alle persone nate in Svizzera e residenti da molto tempo, con età compresa tra i 14 e i 24 anni, la possibilità di richiedere la naturalizzazione agevolata sia a concedere la cittadinanza automatica agli stranieri nati in Svizzera con un genitore anche generato in questo Paese. Attualmente a Berna Consiglio degli Stati e Nazionale stanno affrontando il dossier relativo alla revisione della legge sulla cittadinanza. Divergono le posizioni dei due rami del Parlamento. Chi vuole, contrariamente a quanto previsto sinora, un soggiorno di 10 anni oppure di 8, per inoltrare una domanda di naturalizzazione, ma con l’aggravante del possesso di un permesso di domicilio e c’è chi pretende che il candidato non solo parli bene una lingua nazionale, ma la sappia anche scrivere. Insomma, in ogni caso, un giro di vite che non agevola l’opportunità per tanti emigrati di diventare svizzeri.
In biologia Il termine „naturalizzazione“ significa «il fenomeno per cui una specie animale o vegetale, di recente inserita in un luogo, vi presenta uno sviluppo paragonabile a quello delle specie indigene» (Devoto-Oli, Vocabolario della lingua italiana).
Nella sfera superiore dell’ordine dei Primati, quella che ha visto gli esseri viventi dotati d’intelligenza e di un’anima dominare sugli altri regni della natura, la capacità e la duttilità dell’uomo di edificare sistemi virtuosi di comunità vengono pervicacemente aggredite dalla paura dell’altro, dalle chiusure mentali, dagli egoismi campanilistici, dal settarismo sciovinista, dai populismi, dall’odio razziale. Sentimenti purtroppo incoraggiati da misure governative restrittive messe in atto dai governi nei confronti degli immigrati. Soltanto la crescita di politiche multinazionali delle pari opportunità potrà arricchire il tessuto civile, sociale, spirituale, antropologico dei popoli, alimentare la convivenza e il piacere di esperienze, saperi, culture, idiomi diversi e ogni idea di progresso e di società aperta e solidale.