«Il declino degli dei» di Gerardo Passannante – [email protected] – http://www.frammentiriflessi.wordpress.com
Tomo ottavo – Capitolo 494
“Quando giunse il giorno natale del cesare, ci fu un gran concorso di popolo nell’anfiteatro per vederci. Certo per la folla è uno spettacolo da non perdere, vedere gente squartata! Valli a capire gli uomini, che possono godere dello strazio degli altri. Ma insomma, siamo animali, e moriremmo animali, se il Signore non ci facesse grazia della sua luce.”
“Eri dunque pronta a morire?” chiese Prisca. “E com’è che sei qui? Come ti sei salvata?”
“Salvata? Bah. Comunque il proconsole si fece avanti, sorridendo perfido, e credendo di spaventarci, quando disse che eravamo condannati alle belve. Io invece, forte della visione, mi sentivo condotta dal sangue della carne a quello della salvezza. E attraversai l’anfiteatro come se andassi verso il cielo, composta in volto, e trepidante, se mai, di gioia, non di paura. Avevo la faccia luminosa, tranquilla, come una sposa di Cristo; e col fulgore degli occhi obbligavo gli spettatori ad abbassare i loro.”
“Anche se stavi per morire… Anche se poi Accedi o registrati per continuare a leggere l'articolo
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