Non si presenta nessun accordo per quanto riguarda il canone tra il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati. Chi non dispone di alcun apparecchio in grado di ricevere programmi radiotelevisivi – circa 20’000 economie domestiche – deve poter essere temporaneamente (massimo 5 anni) esentato dal pagamento del canone. È quanto ha ribadito oggi il Nazionale nell’affrontare la revisione della Legge federale sulla radiotelevisione (LRTV), opponendosi così nuovamente – con 110 voti contro 74 e tre astenuti – a quanto proposto da Governo e Consiglio degli Stati. Permettendo l’esenzione non si farà altro che riprendere gli inconvenienti del sistema attuale che lega l’obbligo di pagamento al possesso di apparecchi radio-tv, ha spiegato la consigliera federale Doris Leuthard. Visti i progressi tecnologici che consentono di captare i programmi via smartphone, computer e tablet, è sempre più difficile vincolare l’obbligo di pagare il canone alla sola presenza di apparecchi di ricezione, ha sottolineato la ministra delle comunicazioni.
Contro l’idea di un balzello generalizzato si è scagliata la zurighese Natalie Rickli (UDC), conosciuta per essersi più volte battuta per una radicale diminuzione dell’ammontare del canone. “Obbligando tutti a pagarlo, questo si trasforma da tassa di ricezione a imposta”. La democentrista, esibendo una lettera di protesta che un cittadino le ha inviato, ha invitato i colleghi a non dimenticare le persone, in particolare anziani e non vedenti, che non hanno possibilità di ricevere i programmi radio-tv. Esentare temporaneamente dal pagamento del canone chi non dispone di alcuna radio o televisione permetterà di far passare meglio la pillola della sua generalizzazione a tutta la popolazione, ha sottolineato da parte sua Regula Rytz (Verdi/BE). A nome del suo partito, la bernese ha affermato che gli ecologisti sosterranno la riforma solo se questo punto verrà confermato anche dagli Stati.
Più in generale, grazie all’aumento delle persone che dovranno versare la tassa, il governo prevede una riduzione dell’ammontare del canone, da 462,40 franchi a 400 franchi annui. Nelle scorse sedute il Parlamento aveva già deciso di esentare dal pagamento due categorie di cittadini: le persone che ricevono prestazioni complementari AVS/AI e quelle che soggiornano in un’istituzione (casa per anziani, prigione, ecc.). Soluzioni tramite ordinanza saranno anche trovate per i casi particolari, come le persone audiolese, ha assicurato oggi Leuthard. Dall’UDC, Liberali e i Verdi diversi politici sostengono che non sia giusto se le persone che non sono in possesso di apparecchi radio-tv, parlando soprattutto di persone più anziane, saranno obbligati a pagare. Kurt Fluri dei Liberali sostiene che ci vuole una legge che regoli questa ingiustizia. Nonostante questa regola controversa, i Consigli si sono già messi d’accordo sul fatto che in futuro tutti dovranno pagare il canone, senza considerare se in casa si trovino i dispositivi come la radio o il televisore. Con questa regola si dovrebbe tener conto che tramite internet sui computer, tablet o smartphone, si ha l’accesso ai canali radio o televisione. Momentaneamente sono in corso due iniziative popolari che chiedono l’abolizione del canone.
1 commento
Per la verità,coi programmi che fà la Televisione Svizzera,dovrebbero pagare loro a noi e non viceversa. E poi,che schifo di digitale terreste esiste in Svizzera? Neanche tutte le emittenti della RTS si ricevono. Si è obbligati per forza ad essere abbonati via cavo,o ricevere i segnali via satellite. Su questo la Svizzera “moderna” si trova ancora ai tempi delle diligenze