In questo numero del nostro settimanale torniamo a parlare di un argomento davvero spinoso, i vaccini. Pare, infatti, che una nuova ondata di morbillo a Bienne abbia costretto l’Ufficio cantonale della sanità a prendere provvedimenti. In Svizzera sono stati dichiarati ben 48 casi di morbillo fino a novembre 2018, una situazione completamente diversa da quella italiana dove sono stati registrati 2526 casi fino a gennaio 2018. Eppure in Svizzera si discute su quali possano essere i comportamenti più giusti e come si possa intervenire nei casi in cui ci siano genitori che non desiderano vaccinare i propri figli.
La questione dei genitori che scelgono di non vaccinare i figli, i cosiddetti no-vax, è un problema di grande attualità anche tra gli italiani. Proprio in questi giorni si è discusso molto su degli episodi sgradevoli. Il primo riguarda il maxi cartello, apparso a Trento, dal titolo “La storia si ripete”, ideato dal movimento SiAmo legato al movimento Free-vax, che paragona i bambini ebrei perseguitati e rinchiusi nei campi di concentramento ai bimbi esclusi dalle scuole perché non vaccinati. Inutile dire che un manifesto del genere non può che scatenare forti reazioni, a cominciare dal consigliere comunale del M5s Andrea Maschio che ha chiesto al sindaco di vietare la sosta ai furgoni con questi cartelli che condanna “nel modo più serio e fermo”. Questo oltraggio “dimostra spregio della storia, delle vite umane che sono state distrutte, delle famiglie che ne hanno e che ne soffrono ancora. Fa parte di una deriva che mi spaventa e che pare permettere tutto a tutti e che può finire nell’impedire poi tutto a tutti… la storia dovrebbe insegnare qualcosa ma pare non sia così”.
Ma se da un lato i genitori no-vax si sentono indiscriminati perché i loro figli non possono andare a scuola se non in regola con i vaccini, dall’altro lato c’è anche chi non può andare a scuola per via delle scelte dei genitori no-vax. È accaduto a Roma, dove un bimbo di otto anni è riuscito a guarire dalla leucemia ma non può tornare a scuola, nella sua classe, perché ci sono dei bimbi che non sono vaccinati. La malattia, infatti, l’ha reso immunodepresso e i compagni di classe non vaccinati mettono a rischio la sua vita. E, come se la situazione non fosse già tragica e difficile, l’intero movimento no-vax italiano si rivolta contro i genitori per le loro “pretese” di un luogo di studio che non si riveli pericoloso per il figlio. Frasi, insulti e spesso anche commenti intrisi di arroganza e ignoranza hanno incorniciato l’intera vicenda in un quadro davvero desolante. Quando manca la solidarietà e la comprensione tra genitori, ma anche nei confronti di un bambino che potrebbe essere il proprio figlio, è chiaro che nessun vaccino potrà mai risolvere la situazione.