Renzi incontra i capigruppo di maggioranza e opposizione all’indomani dell’attacco terroristico a Bruxelles
Dopo la strage che è avvenuta a Bruxelles, il nostro presidente del Consiglio Matteo Renzi ha fatto sentire la vicinanza italiana con una telefonata al premier Belga ed esponendo a mezza’asta la bandiera belga a Palazzo Chigi accanto a quella italiana ed europea. Agli attacchi dell’Isis, per Matteo Renzi si deve rispondere con chiamando l’Europa Unita e “andando fino in fondo” con un “patto europeo” che metta in comune sicurezza ed intelligence.
Per il Presidente del Consiglio, però, l’Italia non sarebbe sotto il mirino di minacce specifiche, ciononostante diverse misure di sicurezza sono state prese, come afferma Renzi in apertura dell’incontro con i capigruppo di maggioranza e opposizione: “Abbiamo, come tutti i partner, messo in campo tutte le misure di sicurezza necessarie, anche se non risulta ad ora una minaccia specifica in Italia”. Ma quello che preme maggiormente al Premier è l’unione europea nell’agire contro gli attacchi terroristici. “Occorre stringere sui meccanismi di intelligence tra i Paesi europei e non solo, valorizzare Europol, lavorare su una struttura condivisa”, ha ribadito Renzi.
Una “minaccia globale con killer anche locali” ovvero la nuova minaccia del terrorismo jihadista che colpisce in tutto il mondo con “attentatori che però vengono da dentro e si nascondono nelle periferie delle nostre città” contro cui serve prima di tutto “una struttura di sicurezza unitaria” e una condivisione di forze alla quale Roma “si mette a disposizione con la sua esperienza di forze dell’ordine e di intelligence da offrire”.
La linea che intende adottare l’Italia riguarda dunque una lotta dura al terrorismo, ma anche una strategia che con l’educazione e l’integrazione non trasformi gli immigrati delle nostre città in potenziali kamikaze.
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiede di affrontare “questa sfida decisiva con una comune strategia, che consideri la questione in tutti i suoi aspetti: di sicurezza, militare, culturale, di cooperazione allo sviluppo” perché “in gioco ci sono la libertà e il futuro della convivenza umana”. Non è dello stesso parere il leader della Lega Nord Matteo Salvini, presente nella capitale Belga nel momento dell’attentato, per il quale quello dell’Is è una mera dichiarazione di guerra alla quale si deve rispondere “bonificare i ghetti via per via, palazzo per palazzo” e chiudere le frontiere.
“L’Europa brucia sotto i colpi dell’integralismo islamico e il governo sembra non accorgersene: Renzi, Alfano e Mattarella ci dicono che il terrorismo si combatte con la cultura ma è una frase buona per i cioccolatini” è invece il parere della neocandidata al Comune di Roma Giorgia Meloni a cui il Premier risponde che “Chi dice ‘chiudiamo le frontiere’, non si rende conto che spesso i terroristi sono già dentro, chi oggi fa polemica non capisce che tutti i cittadini hanno bisogno di sentirsi parte della stessa comunità: di fronte ad attacchi come questi non c’è colore politico o partitico”.
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Foto: Ansa