DL Aprile, sono sospese le penalità almeno sino al 30 luglio. È stato stanziato un fondo di 3,5 miliardi ai Comuni e province per sopperire alle mancate entrate
Una moratoria di sanzioni e interessi per chi non paga le rate dei tributi locali. Una moratoria ancora da definire nei tempi, che però secondo le ipotesi tecniche in via di valutazione potrebbe arrivare fino al 30 luglio. Ma sulle date i lavori sono in corso, perché è evidente che ai settori più colpiti dalla crisi servirà più tempo. Le decisioni spetteranno ai sindaci, che potranno sospendere le penalità per i ritardatari senza rischiare di vedersi contestare il danno erariale.
La questione riguarda prima di tutto la «nuova lMU», che riunisce le vecchie Imu e Tasi e ha l’acconto in scadenza il 16 giugno, ma anche la Tari e gli altri tributi locali. La trattativa fra amministratori locali e governo si è assestata su un fondo da tre miliardi ai Comuni e 500 milioni alle Province (altri 1,5-2 miliardi serviranno alle Regioni), per iniziare a compensare un crollo di entrate che comincia già a farsi sentire, c’è anche la possibilità nei prossimi mesi di rabbocchi ulteriori, le casse locali si stanno già fermando. E proprio l’esigenza di contenere il buco ha spinto ad accantonare la prima ipotesi di una sospensione dei pagamenti fino al 30 di novembre.
Lo stop nei fatti c’è, perché chi si presenterà in ritardo alla cassa non dovrà pagare un euro in più, ma con una formula che evita un blocco ex ante anche a chi può pagare. I Comuni inoltre potranno decidere di variare la sospensione per categorie, ad esempio esigendo il pagamento da settori come supermercati, negozi di alimentari, insomma tutte quelle categorie merceologiche che nonostante la chiusura forzata hanno continuato ad operare, non perdendo il fatturato. Occorrerebbero poi misure per dare fiato agli investimenti di Enti locali e PA, (strade scuole) e soprattutto bloccare i debiti con le imprese fornitrici, con anticipazione di liquidità, senza scordare poi un rifinanziamento della sanità. Il tutto su di una cifra attorno ai 70 miliardi (Sole24 Ore del 19 aprile 2020). Occorre comunque essere molto ottimisti per vedere la fine del tunnel, considerata la burocrazia e la mancanza di decisionalità certa da parte dei vertici del governo.