Uscito nelle sale italiane la settimana scorsa, “Nessuno mi può giudicare” vede Paola Cortellesi vestire i panni di un’improbabile escort.
Al giorno d’oggi la parola escort è entrata di prepotenza nel linguaggio contemporaneo, a causa di alcune vicende politiche e sociali, per indicare semplicemente quello che può essere definito il mestiere più antico del mondo.
È Paola Cortellesi ad indossare i panni, molto stretti e scomodi, di una escort per rimediare a nuova ed improvvisa situazione finanziaria fallimentare. La protagonista, Alice, è una donna di 35 anni, sposata con un figlio, che vive in una casa bella e accogliente. È una classista snob che tiene a servizio tre domestici extracomunitari, le sembra di avere tutto fino a quando questo mondo dorato non crolla improvvisamente. Suo marito, imprenditore nel ramo dei sanitari, muore in un incidente e lei rimane sul lastrico con un debito fortissimo da saldare e con lo spauracchio che i servizi sociali le portino via il figlio. A questo punto Alice e suo figlio Filippo lasciano i quartieri alti e sono costretti ad andare a vivere in periferia, nel palazzo del cameriere Aziz.
Qui conosce gli abitanti un po’ bizzarri del quartiere, solidali, invadenti, ricchi di contraddizioni: Giulio (Bova), il gestore di un Internet Point, il portiere Lionello (Papaleo) che sfoggia quel razzismo italico un po’ qualunquista, Enzo e Tiziana (Lillo e Ocone) sposati e senza figli che vivono per il vicinato. Nel frattempo Alice contatta Eva (Foglietta), una escort di professione, e cerca di entrare in quel mondo per poter guadagnare molto denaro in poco tempo.
Eva è una trentenne bellissima, apparentemente superficiale e cinica. Sarà lei a introdurre Alice nel mondo che conta. Imbranata e poco sexy, Alice si trova ad avere a che fare con clienti come artisti, politici, imprenditori, personaggi sportivi e tutta la vasta gamma dei tipici habitué delle signorine d’alto bordo.
Ma aldilà della singola vicenda di Alice, vi sono tutta una serie di cliché molto rappresentativi della realtà italiana di oggi quali la vita delle escort, il diffuso razzismo e la differenza tra due classi nette e ben distinte: i ricchi viziosi e coatti e la gente comune che fa sacrifici per arrivare alla fine del mese. “Nessuno mi può giudicare” è un film che segna l’esordio come regista di Massimiliano Bruno dopo essere stato uno sceneggiatore di successo con “Notte prima degli esami”, “Ex” e “Maschi contro femmine”. È un prodotto ottimo e ben scritto con un cast perfetto: oltre alla Cortellesi e Raoul Bova ci sono anche i bravissimi Rocco Papaleo, Lucia Ocone, Lillo, Caterina Guzzanti, Anna Foglietta, Valerio Aprea, Riccardo Rossi e Valerio Mastandrea, voce narrante del film.
È l’analisi in chiave comica dei tempi attuali, dove esiste chi può permettersi di spendere folli somme di denaro per la compagnia di una escort ma, per fortuna, esiste pure chi, con la stessa somma di denaro, deve arrivare a fine mese, fa un lavoro dignitoso e soprattutto crede ancora in certi valori e porta avanti con dignità il Paese.
Articolo precedente
Prossimo articolo
Ti potrebbe interessare anche...
- Commenti
- Commenti su facebook