Settimana di manifestazioni in Svizzera dove si muoveranno due importanti flussi di persone che hanno bisogno di far sentire le proprie cause attraverso eventi di grande risonanza e che richiamano l’attenzione pubblica.
Il 14 giugno si muoveranno in tutta la Svizzera le donne e le lavoratrici per far sentire forte la loro protesta contro la disuguaglianza di genere che da sempre affligge la categoria femminile in ambito lavorativo (https://lapagina.ch/rispetto-piu-salario-e-piu-tempo-le-donne-non-si-fermano/). Si manifesta per sensibilizzare sulla condizione delle donne sul lavoro, un tema molto sentito e importante poiché non sono poche le disparità e le ingiustizie a cui le lavoratrici sono sottoposte in Svizzera. Il motto che sentiremo urlare durante la marcia delle donne chiede più salario, più tempo e rispetto, ovvero migliorare la condizione delle donne sul lavoro per essere equiparate a quello maschile. L’organizzazione ha steso un programma ben definito in accordo con le forze politiche del posto, nessuno ha messo in discussione le cause portate in piazza dalle cittadine e cittadini che vogliono rimediare a quelle che loro sentono come ingiustizie. Magari non tutti sono d’accordo, ma ok, nulla toglie che ognuno ha il sacrosanto diritto di manifestare per le proprie idee e convinzioni.
Sempre in Svizzera, questa settimana si vedrà sfilare la manifestazione più colorata dell’anno, quella della comunità Lgbt+ (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) che come ogni anno fanno sentire forte le proprie ragioni durante l’appuntamento fisso del Pride, che quest’anno si terrà a Zurigo il 16 e il 17 giugno.
Il Pride svizzero si muove al ritmo di importanti motti: “trans – living diversity”, “Matrimonio per tutti – adesso” e “Confessa il colore contro l’odio” con i quali gli organizzatori invitano ad ascoltare di più le esigenze altrui, a ridurre le incomprensioni e invitano altresì a rafforzare la coesione in modo che si possa raggiungere l’obiettivo di far riconoscere i giusti diritti alla comunità Lgbt+.
Presso l’area delle caserme e allo Zeughaushof, per due giorni, lo Zurich Pride Festival prenderà vita attraverso spettacoli, musica, eventi di vario tipo con l’invito aperto a tutti i generi e tutti gli orientamenti sessuali. Si capisce che un evento del genere è per forza di cose organizzato con il benestare politico, altrimenti nulla di tutto questo sarebbe possibile.
Come non pensare allora al Pride romano appena trascorso e macchiato dall’intervento d’intralcio della politica? A pochi giorni dall’avvio del Pride romano, avuto durante il 10 giugno appena trascorso, la regione Lazio, che aveva concesso il patrocinio all’edizione del 2023, ci ripensa, fa retromarcia e decide di rendere “illegale” la manifestazione. La stessa cosa fa la Regione Lombardia per il Pride del prossimo 24 giugno, guarda caso le due giunte regionali, rinnovate da pochi mesi con la vittoria alle elezioni del centrodestra in entrambi i casi.
Il motivo è che, in linea con gli orientamenti del governo nazionale, vengono contestati diversi argomenti sostenuti dalla comunità Lgbt+, tra cui, uno dei principali è quello della maternità surrogata. Il Pride romano è andato lo stesso avanti, anche privato del patrocinio e quindi dell’appoggio della politica locale, portando in piazza idee, cause e ragioni che non possono essere ignorate. Nella giornata del 10 giugno 2023 a Roma hanno sfilato 35 carri e il popolo Arcobaleno giunto da tutta Italia perché certe idee non conoscono retromarce, si guarda solo avanti!
Redazione La Pagina