Una volta tanto mettiamo da parte blockchain e criptovalute.
Iniziamo piuttosto dai Non Fungible Token-NFT, che in base ad una traduzione letterale comprendiamo significare gettoni digitali personalizzati.
Detto in parole semplici, come il numero di targa riassume i dati di una autovettura, ovvero modello, cilindrata e tutti i dati personali del proprietario, così un NFT sintetizza in modalità digitale non solo gli elementi che identificano l’oggetto oppure il servizio cui si riferiscono, ma ne rappresenta anche il titolo di proprietà, e dunque consente al nuovo acquirente di essere titolare di ogni cosa riferibile al NFT che ha pagato.
Alla base di ogni NFT troviamo quello che possiamo definire una specie di notaio elettronico, e più precisamente il suo registro che, tanto per complicare le cose, gli addetti ai lavori chiamano blockchain, la banca dati che archivia ogni informazione in modalità digitale, globale, continua ed immediata. In più, esattamente come in qualsiasi atto notarile, supponiamo un rogito immobiliare, la blockchain conferma che i dati riassunti sono affidabili e conformi allo stato dei fatti.
Dopo questa premessa, usciamo dalla teoria e passiamo alla pratica, e lasciamo che a presentarsi siano le applicazioni concrete degli NFT, ovvero a “come” e “dove” possono essere usate tutte queste novità, compresa la famiglia allargata di servizi e la genealogia dei protocolli tecnici all’origine o conseguenti al loro funzionamento.
Per aiutarcene la comprensione, Mondadori-Electa Editore ha recentemente pubblicato il libro “NFT-La guida completa”. È il primo manuale, scritto da una delle personalità più autorevoli in ambito europeo nel campo del marketing digitale, e spiega in forma chiara e completa il mondo degli NFT e quindi merita la dovuta segnalazione ai non addetti ai lavori, dato che il mondo cripto sinora ha anteposto lo sviluppo tecnico alla divulgazione sulle sue attività. L’autrice, Amelia Tomasicchio, dirige “The Cryptonomist”, pubblicazione di riferimento per i professionisti del mondo digitale, ed é docente alla Digital Coach di Milano, la principale scuola di marketing digitale in Italia. I capitoli del volume ci aiutano a scalare la piramide delle applicazioni degli NFT. Al primo livello troviamo la proprietà intellettuale: “tutti i tipi di file e di arte possono diventare NFT”, ricorda l’autrice. Dopo questa premessa viene illustrata la blockchain, quindi la criptovaluta bitcoin e, ancora, Ethereum applicazione flessibile ed utile sia per omonima moneta elettronica, ma anche “dagli sviluppatori e dagli artisti per creare progetti e collezioni di NFT”. Spiegato il “come” e il “dove” si utilizzano gli NFT, il volume ne esamina le ulteriori sottocategorie pratiche: economiche, contrattuali, e soprattutto artistiche, soffermandosi sul futuro delle opere d’arte NFT. Dopo che la casa d’aste Christie’s ha venduto per quasi 70 milioni di dollari una creazione realizzata con tecnologia NFT, il mercato vive in attesa di una impennata delle quotazioni. Malgrado sia ovviamente difficile che questo trend si protragga all’infinito, l’autrice comunque osserva che l’arte NFT é una novità destinata ad imporsi, in particolare perché si sta sviluppando un mercato di operatori digitali pronti ad investirvi. Ma torniamo a commentare la evoluzione delle applicazioni NFT, ed arriviamo al metaverso, la realtà parallela, artificiale, creata ad immagine e somiglianza di quella in cui viviamo. Vi sembra strana? E allora sforzatevi di ricordare perché si entra in una sala cinematografica: per vivere un sogno, condividere ambienti e personaggi in cui identificarsi, per poi tornare alla quotidianità della nostra vita con un pizzico di nostalgia per il sogno che abbiamo vissuto sul grande schermo. Ecco, il metaverso invece permette di continuare questa esperienza, di attivarla e continuarla a piacimento, parallelamente alle nostre esperienze audiovisive o informatiche. Nei capitoli seguenti il manuale spiega al lettore l’utilizzo degli NFT a fini commerciali, soffermandosi sulle strategie di marketing, la creazione di una community, di un gruppo, di un blog, di newsletter, di campagne di pubbliche relazioni sul web, l’uso di Instagram, YouTube, Twitter e sulle attività degli influencers, insomma su tutte le attività che fidelizzano il pubblico, trasformandolo in followers. Sul destino dell’universo NFT e delle sue applicazioni, la Tomasicchio non ha dubbi: “gli NFT sono destinati a durare, è un dato di fatto. Tantissime applicazioni, numeri incredibili, centinaia di aziende che investono e lanciano i loro progetti, moltissimi grandi investitori ma anche nuovi appassionati d’arte e collezionisti. Nei prossimi dieci anni la maggior parte delle nuove generazioni di artisti sarà di nativi digitali e gli NFT saranno la loro modalità di vendita.” Nel frattempo, mentre la domanda ed offerta di questo mercato definisce profilo e presenza della sua nuova dimensione sia in ambito imprenditoriale e sia come forma di investimento, “bisogna saper discernere progetti validi da quelli che lo sono meno; ma livello tecnologico”, e quindi anche di contenuto economico, “siamo sicuri che gli NFT” non sono un fenomeno passeggero, “che sono qui per restare.” Il motivo è semplice, conclude l’autrice: “ormai, dopo tanti anni di storia e casi pratici, il giro di boa è stato compiuto e non si può tornare indietro”. In altri termini, queste nuove tecnologie ormai si stanno facendo largo nella nostra vita e nella società contemporanea. Come fenomeno evolutivo non possono essere ignorate.
Le metodiche di queste attività sono complesse solo per coloro che si rifiutano di accettarle.
Infine, a proposito del valore di chi voglia specularvi, come accade nella finanza tradizionale vale la regola che a stabilire il prezzo di un servizio sono le circostanze, e non il contrario.
di Andrea Grandi e Nicoletta Tomei