Il nuovo album di Marco Masini
Partiamo dal titolo che hai dato al nuovo album, “Niente d’importante”: quasi un atto di umiltà. Vuoi spiegarci il perché di questa scelta?
Quando si inizia un percorso nuovo, si va anche alla ricerca di una solida certezza, che poi è il punto da dove ripartiamo per intraprendere un lungo cammino e per continuare a crescere: e per fare tutto questo dobbiamo necessariamente essere umili. “Niente d’importante” porta in sè questo valore di umiltà, valore non solo riferito alla vita, ma anche all’amore che si vive in un preciso momento. Quando si vive l’amore ci sentiamo sempre importanti, quasi unici… ma questo riguarda noi, il nostro modo di vedere; in realtà però non sempre siamo importanti nel giudizio degli altri o nel cuore degli altri. Cerchiamo sempre di trovare un modo per aumentare la nostra importanza, cercando di maturare anche attraverso momenti durante i quali fermarsi a fare un bilancio e riflettere.
C’è un filo conduttore che accomuna l’intero album?
Credo che questo album sia rappresentato dall’amore, perché l’amore alla fine è l’unica certezza che abbiamo, l’unico sentimento che ci fa muovere e che ci fa vivere. Che ci fa anche rattristare, in certi momenti… in sostanza questo album è un grande riferimento all’unico motore della nostra vita, l’amore, la ragione per la quale viviamo e grazie al quale cerchiamo sempre di riuscire a fare meglio, a crescere.
C’è una canzone alla quale sei particolarmente legato?
Credo che questo album ancora è così fresco che è difficile riconoscere una canzone, dobbiamo fare ancora un tour, e fare un tour vuol dire anche capire le emozioni degli altri e capire qual’è la canzone che piace di più. Automaticamente poi uno si affeziona.
Con chi hai collaborato per la realizzazione di questo disco?
Questo è un lavoro cui hanno collaborato molti musicisti, dei quali la maggior parte è della mia band. L’abbiamo realizzato tutti insieme cercando di dare spazio ad ogni singolo musicista. Cercando di fare gli arrangiamenti un po’ tutti insieme. La casa discografica ci ha anche dato la possibilità di lanciare il disco in Svizzera. Spero che rimanga a lungo nel cuore della gente.
Ripercorrendo la tua carriera attraverso i tuoi testi si nota che via via la rabbia del primo periodo è andata diminuendo…
Mi sembra normale, non ho nemmeno l’età del primo periodo! Credo che tutti quanti noi cresciamo; è normale che quando si è piccoli, si esca fuori a giocare a pallone con i pantaloncini corti e ci si sbucci le ginocchia…tutto il resto poi viene da sè… crescendo via via si cambia e a 50 anni tutto cambia.
Parlando di questo album hai detto che il linguaggio che usi è molto cambiato… vuoi spiegarci meglio come e perché?
È cambiato rispetto agli ultimi 4 album nei quali tendenzialmente si rappresentavano delle cose attraverso molte immagini e pochi concetti. Qui, invece, credo che ci siano più concetti che immagini. Sono cambiati anche i collaboratori, quindi è chiaro che una mia opinione, un mio pensiero una mia ispirazione viene sviluppata attraverso altre parole e attraverso altri punti di vista. Inoltre credo che questo album, a differenza degli ultimi 3, abbia un sistema molto più diretto e di facile comprensione, parlando appunto di concetti. Molto facile da seguire e da comprendere, è anche difficile, magari, quando si parla attraverso parole un po’ più difficili: lì il messaggio non arriva subito, ma solo dopo un po’.
Che ruolo ha avuto in tutto questo la tua vita sentimentale? Sembra che adesso anche quella stia vivendo una stagione di grande equilibrio…
In realtà nessuno.