Il Consigliere nazionale UDC Christoph Blocher non può avvalersi, almeno in parte, della sua immunità parlamentare, nell’inchiesta sulla violazione del segreto bancario nel caso Hildebrand, l’ex presidente della Banca nazionale svizzera, nella quale Blocher è indagato dalla procura di Zurigo. Lo ha deciso con 6 voti conto 2 e un astenuto e dopo sei ore di discussione, la Commissione dell’immunità (Cdl) del Consiglio nazionale, poiché “I fatti sono precedenti la sua nomina”. La Cdl ha sostenuto che un consigliere nazionale è protetto dall’immunità quando entra effettivamente in carica. Nel caso di Blocher si tratta del 5 dicembre 2011, giorno del giuramento. La consegna dei dati bancari, nell’incontro incriminato tra Blocher e l’informatico della Banca Sarsin, avvenne il 3 dicembre 2011. Il parlamentare zurighese ha agito difatti da persona privata e la Cdl non ha alcuna competenza. Dunque la procura di Zurigo può continuare l’inchiesta contro Blocher.
L’immunità viene invece garantita per i successivi avvenimenti. Con 5 voti contro 4 la Cdl ha deciso di non togliere l’immunità a Blocher, per quel che riguarda la consegna dei degli estratti bancari di Hildebrand alla stampa e precisamente al giornalista della Weltwoche il 27 dicembre 2011. In questo senso la Cdl ha ritenuto importante il lavoro parlamentare completamente libero svolto da Blocher. Mentre l’incontro con l’allora presidente della Confederazione Michelin Calmy-Rey alla quale Blocher espose i fatti, rientra nel dovere di alta sorveglianza sull’amministrazione federale, in questo caso sulla Banca Nazionale Svizzera. Toccherà ora all’omologa commissione del Consiglio degli Stati che si riunirà il 31 maggio. Se dovesse decidere allo stesso modo, terminerà la procedura parlamentare e l’inchiesta della procura di Zurigo andrà avanti. In caso di divergenze, esse verranno appianate in una seduta comune.