Dapprima nel libro “Una scomoda verità”, poi nel secondo intitolato “Una scelta”, l’ex vice presidente Usa Al Gore, premio Nobel, ha abbracciato le tesi ambientaliste fino ad assumerle come bussola della sua vita dopo aver abbandonato la politica. Ecco quello che dice in un’intervista apparsa su La Stampa: “I cambiamenti che stanno avvenendo in questo momento sulla terra sono di una portata biblica.
La calotta polare artica è stata delle dimensioni più o meno degli Stati Uniti continentali per tutto il corso degli ultimi tre milioni di anni, e adesso sta sparendo di fronte ai nostri occhi. Cominciano le emissioni di CO2 congelato e la comparsa della tundra via via che i ghiacciai si squagliano nell’Oceano Artico. I livelli dei mari stanno crescendo, ed è cominciato il flusso dei rifugiati per motivi climatici. In ogni continente stanno arrivando tempeste, siccità, incendi ed alluvioni da record”. Francamente ci sembra un allarme esagerato, da Apocalisse. Sembra di assistere agli stessi discorsi che facevano i testimoni di Geova prima del 1975, data in cui ci sarebbe dovuta essere la fine del mondo.
Ora, che il problema dell’inquinamento esista, è un fatto, come è un fatto che combatterlo è estremamente positivo, ma enfatizzarlo al punto da vedere la fine dietro l’angolo, ci sembra non corrisponda né alla verità e né al buon senso. La questione dell’aumento della temperatura media è quanto mai controversa. Il secolo scorso è stato caratterizzato da aumenti alternati a diminuzioni della temperatura. Appena dopo la prima guerra mondiale ci sono stati anni durante i quali l’aumento è stato realmente registrato, poi, però, c’è stata una diminuzione. L’altalena è durata fino agli anni Novanta, quando la temperatura non è più aumentata. Ora, i dati dicono che non è automatico il binomio temperatura e aumento dell’inquinamento. Non lo diciamo noi, lo dicono gli scienziati stessi, i quali a suo tempo su questi problemi scrissero una lettera al presidente Obama.
Le tesi di centinaia di scienziati – che accusano il Climate Research Unit, l’ente intergovernativo che opera in Gran Bretagna sotto il mandato dell’Onu, di manipolazione dei dati – sostengono che l’aumento della temperatura è un fatto ciclico nella storia della Terra, tanto è vero che a periodi di glaciazioni sono succeduti periodi di riscaldamento e viceversa, quando non esistevano né industrie, né auto, né altre fonti inquinanti. Nel 1200 il territorio della Groenlandia era “verde”, poi è venuto il ghiaccio e sicuramente ritornerà il verde con il cambiamento ciclico della temperatura. Gli scienziati dicono che l’aumento o la diminuzione della temperatura sulla Terra dipende dall’attività solare, da cause astronomiche, non terrestri o umane.
È bene ribadire questi concetti per evitare che ci sia – è il caso di dirlo – un clima di catastrofismo, sul quale tanti ricercatori ed ambientalisti, politici e istituti hanno costruito le loro fortune economiche. Dopo di che è giusto non inquinare o inquinare di meno l’aria che respiriamo, sapendo che la ricerca di nuove fonti energetiche pulite deve trovare il punto di equilibrio fra sicurezza, costi e sviluppo economico-occupazionale.
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