Il Consiglio federale raccomanda di respingere l’iniziativa popolare “Elezione popolare del Consiglio federale” lanciata dall’UDC, senza opporle un controprogetto e ha approvato il messaggio da presentare in parlamento. L’elezione dell’esecutivo da parte del popolo avrebbe conseguenze negative per il sistema democratico svizzero, ha spiegato il governo. Invece, secondo i promotori dell’iniziativa, l’elezione rafforzerebbe i diritti popolari e la legittimazione democratica del governo e porrebbe fine ai tatticismi dei partiti durante la nomina del governo. Il testo prevede l’elezione popolare secondo il sistema maggioritario e la Svizzera formerebbe una sola circoscrizione elettorale. Le regioni e i cantoni latini avrebbero diritto ad almeno due seggi in Consiglio federale.
In linea di principio il Consiglio federale sostiene queste richieste, ma è convinto che gli effetti negativi di un’elezione popolare prevalgano nettamente sui possibili vantaggi. Con l’elezione del popolo crescerebbe l’influenza dei partiti, la quale indebolirebbe le attività governative. I membri del governo sarebbero visti come candidati di punta dei partiti e ne risentirebbe la collegialità. Il Consiglio federale si ritroverebbe nella seconda parte della legislatura in permanente campagna elettorale e richiederebbe più tempo ai membri del governo, con conseguenze negative sulle attività ufficiali. Inoltre i costi elevati delle campagne elettorali creerebbero una dipendenza economica dei Consiglieri federali. Con l’elezione diretta del governo si metterebbe in pericolo anche la stabilità delle istituzioni: L’Assemblea federale perderebbe una sua importante competenza (a essa toccherebbe solo l’elezione del cancelliere e dei giudici federali) e il controllo sul parlamento da parte del governo verrebbe indebolito. Il nuovo sistema elettorale favorirebbe i cantoni densamente popolati e gli agglomerati urbani a scapito delle zone rurali, mettendo in pericolo l’equilibrio confederale. L’elezione del governo da parte del popolo non è nuova. In passato sono state respinte due riforme in questo senso (1900 e 1942).
G.S.